“Non cerco vendetta. Voglio un responsabile, non un colpevole”. A parlare è la mamma di Gaia Molinari, la 29enne di Piacenza trovata senza vita sulla spiaggia Jijoca Jericoacoara, a quasi 300 km da Fortaleza in Brasile il giorno di Natale. Dopo la tragedia, sua madre Valentina Carraro, a sorpresa, ha preso parte questa mattina (lunedì 12 gennaio) alla cerimonia per la commemorazione del deragliamento del Pendolino proveniente da Milano, che il 12 gennaio del ‘97 causò otto vittime. “Non ho nessuna idea di cosa possa essere accaduto a mia figlia. Se me la facessi mi attaccherei a cose morbose. Mi sono affidata alle autorità competenti: polizia, consolato, Interpol e a chi di mestiere sta cercando degli assassini. Io aspetto i risultati. Se c’è una vittima, quella non è mia figlia. La vera vittima è l’assassino”.
Arrivata senza clamore alla cerimonia, Carraro è stata riconosciuta dopo qualche istante dagli organizzatori, che hanno così deciso di invitarla sul palco. E davanti al microfono, senza tradire emozione e sempre con un grande sorriso, ha detto ai presenti che ha voluto incontrare i parenti delle vittime, così come è accaduto di recente a lei di provare l’esperienza di una grande perdita come quella di un figlio. “Mi sembrava quasi una barzelletta. Eppure è proprio lì in Brasile che ho trovato la fede che è rivoluzionaria. Io devo ancora imparare a fare la madre della vittima ma credo che la mia piccola Gaia sia nella luce e vedo tutto questo come un dono. Non è vero che i nostri cari non ci sono più, loro sono sempre con noi. Sono qui per lanciare un messaggio di certezza perché sento mia figlia in pace come tutte le persone che hanno lasciato il corpo e che sono nel luogo da dove tutti noi vediamo. L’ho capito subito quando mi è arrivata la telefonata che l’avevano ammazzata”.
E ancora, quando le chiedono se i funerali previsti per sabato 17 gennaio saranno l’ultima occasione per riabbracciare la 29enne, ricordata da tutti come una ragazza solare e amichevole, una che “ovunque andava si formava una tribù di amici”, la donna ha risposto: “Io Gaia l’ho già salutata. Sabato facciamo il funerale. Per me è sarà celebrazione per far sì che il suo messaggio passi anche ad altre persone. Ho una fede solidissima, ma è una fede spirituale. Quello sarà un momento importantissimo di saluto. L’ultimo abbraccio? Abbracciare è una cosa molto intima”. Intanto proseguono le indagini e ora toccherà agli investigatori della polizia antisequestri brasiliana tentare di capire il movente che ha portato all’omicidio. Secondo nuove fonti, infatti, Gaia potrebbe essere stata vittima di un sequestro lampo a scopo di riscatto e i segni delle corde trovati ai polsi e intorno al collo porterebbero in quella direzione. Al lavoro un pool di investigatori guidati dal detective Vicente Aguiar, mentre parallelamente va avanti l’inchiesta normale coordinata dalla funzionaria Patricia Bezzerra dell’Ufficio Protezione turisti. Nel frattempo dopo la metà di gennaio saranno attesi gli esiti degli esami del dna che saranno comparati con quelli trovati sul corpo della vittima e per il delitto, finora, rimane in carcere solo l’amica conosciuta durante gli ultimi giorni della vacanza, la farmacista Miriam Franca de Melo, ritenuta dagli inquirenti o direttamente responsabile oppure coinvolta in modo sostanziale. La 31enne brasiliana, tramite il suo avvocato, aveva fatto ricorso contro la detenzione ma è stato respinto.
Sulle indagini, sempre la mamma ha voluto essere chiara: “Attenzione. Siamo in cerca di un responsabile, non di un colpevole. Bisogna limitare la persona che ha ucciso, perché non ripeta questi atti. Non si cerca vendetta, si cerca un responsabile, che altro non è che la vera vittima. Sarà anche una stramberia, però me lo posso permettere come mamma in preda al dolore. Le indagini sono in grande movimento. E’ stata nominata una task force, le forze di polizia stanno compiendo sforzi eccezionali, perché questo caso ha mosso anche questioni razziali, per la verità incomprensibili dal momento che Gaia era in vacanza con un’amica di colore”.