Potrebbero essere state attaccate da squali le vittime della Norman Atlantic. Il sospetto degli inquirenti baresi – coordinati dai pm Ettore Cardinali e Francesco Perrone Capano – è dovuto alla presenza di ferite, in particolare su uno dei corpi, ed è riportato nero su bianco nell’atto di affidamento dell’incarico per le autopsie sulle nove salme. Per accertare l’ipotesi un biologo marino, il dottor Lucio Rositano, parteciperà agli esami medico legali. Bisognerà inoltre capire se siano stati i pesci a causare il decesso di alcune o di tutte le undici vittime oppure se i corpi sono stati sfregiati a decesso avvenuto.

Sempre sul fronte delle indagini, sarà affidato il prossimo 20 gennaio l’incarico per gli accertamenti tecnici irripetibili sulle due scatole nere recuperate a bordo del relitto, naufragato il 28 dicembre scorso al largo delle coste albanesi. L’avviso è stato notificato a indagati e parti offese contestualmente a quello sulle autopsie. Anche per le scatole nere la parti potranno nominare propri consulenti tecnici.
Gli accertamenti consentiranno di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti nella notte del naufragio, attraverso soprattutto le registrazioni delle comunicazioni a bordo e con le capitanerie, le indicazioni sulla rotta e la precisa cronologia delle fasi successive all’incendio: dall’allarme all’evacuazione.

Il fatto che la Anek, noleggiatrice della Norman Atlantic, abbia due rappresentanti legali fa salire da sei a sette il numero degli indagati. All’inizio si sapeva che un solo rappresentante legale era stato iscritto nel registro degli indagati ma non se ne conosceva l’identità. I due (Georgios Katsanevakis e Ioannis Vardinogiannis) rispondono di cooperazione colposa di naufragio, omicidio plurimo e lesioni assieme agli altri cinque indagati: il dipendente della Anek, il cosiddetto supercargo (addetto alle fasi di imbarco) Pavlos Fantakis, l’armatore Carlo Visentini, il comandante Argilio Giacomazzi e i due ufficiali di bordo Luigi Iovine e Francesco Romano.

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