Secondo classificato l'eterno rivale, Lionel Messi, mentre al terzo posto si è fermato Manuel Neuer, portiere del Bayern Monaco e della nazionale tedesca e vincitore dell'ultima Bundesliga e del Mondiale in Brasile
Cristiano Ronaldo, ancora lui. Pallone d’oro 2014 per la seconda volta consecutiva, la terza in carriera dopo averlo vinto nel 2013 e nel 2008. Un plebiscito (oltre il 35% dei voti) che gli permette di eguagliare Crujiff, Platini e Van Basten. Non ce l’ha fatta, invece, Manuel Neuer a riscrivere la storia del calcio, a interrompere l’egemonia di Messi e Ronaldo che dura dal 2007, a rivincere da portiere il trofeo, 51 anni dopo il mitico Lev Yashin. Alla fine è addirittura terzo, dietro per qualche punto decimale (15,72% e 15,76%) anche a Leo Messi. Tutti comunque alle spalle del campione portoghese.
Negli ultimi mesi c’era stato un movimento d’opinione in favore di Neuer, dettato forse anche dalla monotonia di una sfida a due ormai un po’ ripetitiva. Ma i numeri di Ronaldo nel 2014 sono stati spaventosi: ha toccato 200 gol nella Liga spagnola, a inizio gennaio è già a quota 26 reti stagionali, nel campionato scorso ne aveva realizzate altre 31. E poi ovviamente c’è la vittoria della “Decima”, la storica Champions League che il Real Madrid inseguiva da un decennio, conquistata da protagonista, con il titolo di capocannoniere del torneo a quota 17 reti. Ha prevalso questo trofeo rispetto al Mondiale vinto dalla Germania, e soprattutto il fascino dei gol segnati rispetto a quelli non subiti, nella decisione dei giurati.
Una scelta comunque abbastanza prevedibile. Da quando il premio istituito dal quotidiano France Football è passato nel 2010 sotto l’egida della Fifa, nessuno è riuscito ad interrompere il dominio di Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Indiscutibilmente i due calciatori più forti al mondo, certo. Ma anche i più noti e appariscenti. E per questo favoriti, oltre i meriti effettivi della stagione calcistica. Mentre prima ad assegnare il trofeo era una cerchia ristretta di esperti, adesso ha diritto di voto un esponente di ogni nazione affiliata alla Fifa per le categorie “capitani”, “commissari tecnici” e “media”: 550 preferenze circa, da ogni parte del pianeta. E alla periferia dell’universo calcistico, dove il pallone è uno sport marginale e poco conosciuto, è sicuramente più facile votare per nomi altisonanti come quelli di Messi e Ronaldo.
Neuer ci ha provato fino in fondo a insidiare “CR7”. Vincendo tutto o quasi ciò che era possibile (anche la Bundesliga col Bayern Monaco, oltre il Mondiale). Reinventando il ruolo del portiere: non più ancorato sulla linea di porta, dove è comunque insuperabile in virtù del suo fisico bionico. Ma anche difensore aggiunto con le sue uscite spericolate, e primo regista della squadra coi suoi lanci millimetrici. E ancora veroniche, dribbling, persino tacchi o tunnel agli avversari: licenze di fantasia degne del miglior trequartista, che mai nessun estremo difensore si era concesso a quei livelli. Ma non è bastato. Come Gianluigi Buffon nel 2006 (secondo alle spalle di Fabio Cannavaro), anche lui ha soltanto sfiorato il riconoscimento più ambito a livello individuale per un calciatore.
La manifestazione è andata in scena a Zurigo, sotto gli occhi raggianti di Joseph Blatter, padrone passato, presente e forse anche futuro della Fifa (a maggio ci sono le nuove elezioni presidenziali e lui, dopo cinque mandati, è ancora favorito). Tra gli altri premi, anche quello a James Rodriguez per il miglior gol dell’anno (ai Mondiali contro l’Uruguay). E poi la scelta della Top 11 della stagione: Neuer in porta, Lahm, David Luiz, Sergio Ramos e Thiago Silva in difesa, Iniesta, Kroos e Di Maria a centrocampo, Robben, Ronaldo e Messi in attacco. Della Serie A e dell’Italia neanche l’ombra. L’unica traccia di azzurro era la candidatura di Carlo Ancelotti ad allenatore dell’anno; il premio, però, è andato al ct tedesco Joachim Löw. Ma l’attesa (davvero insopportabilmente lunga, quasi due ore di rassegna celebrativa) era tutta per il Pallone d’Oro Fifa. E per una sera Messi è stato solo attore non protagonista. A Neuer la consolazione di essere arrivato ad un passo dall’impresa. La leggenda di Yashin resta irraggiungibile nel calcio moderno: impossibile mettere le mani sul Pallone d’Oro indossando dei guanti da portiere. Il numero uno è ancora lui: Cristiano Ronaldo.