L'1 dicembre 2013, nella fabbrica di prodotti tessili "Teresa Moda" scoppiò un incendio che uccise sette operai, ferendone altri tre, che vivevano illegalmente in piccoli loculi all'interno dell'edificio. L'accusa è quella di omicidio colposo plurimo
Sono stati condannati per omicidio colposo plurimo i proprietari e i responsabili dell’azienda-dormitorio “Teresa Moda” di Prato nella quale, l’1 dicembre 2013,scoppiò un incendio che uccise sette operai che vivevano al suo interno. La pena più grave, nella sentenza di primo grado con rito abbreviato, è a carico della proprietaria, Lin Youlan, condannata a 8 anni e 8 mesi. Sei anni e 10 mesi, invece, per la sorella Youli e sei anni e mezzo per il marito di quest’ultima, Hu Xiaoping, anch’essi gestori della ditta ma con responsabilità secondarie. La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Prato, Silvia Isidori, oggi pomeriggio al termine della camera di consiglio iniziata questa mattina alle 9.
Si chiude così il primo atto della tragedia che colpì una delle numerose aziende a gestione cinese presenti nel territorio pratese, in special modo nel settore del tessile. La vicenda sollevò nuove polemiche sulla situazione di illegalità nella quale operano numerose ditte del comparto tessile nella provincia toscana, caratterizzata da lavoro non regolare e operai costretti a lunghe giornate di lavoro nelle fabbriche all’interno delle quali, spesso, vivono.
L’1 dicembre 2013, i Vigili del Fuoco intervennero in via Toscana per spegnere un incendio scoppiato all’interno della ditta “Teresa Moda”, in cui lavoravano operai cinesi. All’interno dell’edificio, nel quale si producevano stoffe altamente infiammabili, i proprietari avevano ricavato dei piccoli loculi dove dormivano i dipendenti irregolari. Una vera e propria trappola che si è rivelata fatale per le vittime: quando è scoppiato l’incendio, queste si sono trovate avvolte dal fuoco, in un locale con numerosi materiali infiammabili. Uno di loro ha provato anche a fuggire rompendo il vetro della finestra vicina al suo posto letto, ma le sbarre di ferro chiuse gli hanno impedito di uscire. Il bilancio è stato di sette morti e tre feriti.