A denunciarlo è lo Snami provinciale di Bologna in un esposto. Secondo la sezione locale del sindacato sarebbe in atto una presunta prassi non occasionale per cui, anche per problemi di organico sottodimensionato, al posto dei dipendenti ci sarebbero degli specializzandi in Anestesia e rianimazione
A causa dei tagli alla sanità, sulle auto del 118, a Bologna, salgono i medici specializzandi da soli, senza la presenza di un collega abilitato, senza titolo per farlo, senza copertura assicurativa e con lo stipendio dimezzato rispetto ai camici bianchi specializzati e inseriti nell’organico. È questa la denuncia del sindacato autonomo Snami, che parla di una vera e propria violazione della legge, che andrebbe avanti da oltre 10 anni e che coprirebbe almeno il 20% del servizio. Il presidente regionale Francesco Biavati ha presentato nei giorni scorsi un esposto alla procura della Repubblica, che ha aperto un’inchiesta, per ora conoscitiva e senza indagati. Il caso è sul tavolo del procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore gruppo sanità pubblica, che a breve darà mandato al Nas dei Carabinieri per indagare sulla questione. La Ausl intanto replica e spiega che tutto è in regola e risponde a un accordo tra Ausl e università di Bologna.
Le auto mediche del 118 sono quei mezzi (a Bologna città sono due) mobilitati dalle varie ambulanze sparse per il territorio quando l’infermiere constata che la situazione è più seria del previsto e che c’è bisogno di un medico sul posto: “Questi specializzandi in Anestesia e rianimazione – spiega Biavati a ilfattoquotidiano.it – sono medici, è vero, ma non hanno nessuna delle abilitazioni che permettono a un medico di stare sull’auto del 118. Non sono coperti dal punto di vista assicurativo e fanno un lavoro che non è loro, venendo retribuiti meno dei medici strutturati. So che ci sono i tagli alla sanità, ma non bisognerebbe risparmiare su questo”. Biavati non mette in dubbio la preparazione e la bravura di quei giovani, ma mette in guardia: “Se succede una grana, se ci scappa il morto, sono guai”.
Secondo il sindacato è tutta una questione di risparmio. La differenza di retribuzione tra un medico strutturato e uno specializzando in servizio al 118 la spiega Roberto Pieralli, medico del 118 e sindacalista Snami: “Uno specializzando prende 22.500 euro all’anno di borsa; un infermiere del 118 36 mila euro. Mentre un medico arriva a prendere anche 60 mila euro all’anno”.
Ma per l’azienda sanitaria di Bologna, tutto è in regola e va avanti per questioni formative: “Rispetto alla questione sollevata da una sigla sindacale – replica in una nota la Ausl – riguardante gli specializzandi presenti sulle auto-mediche, la loro attività si svolge, in base all’accordo tra Azienda USL e Alma Mater di Bologna, a conclusione del percorso formativo della Scuola di specializzazione in Anestesia, rianimazione e terapia intensiva”. Dunque il percorso, secondo la Ausl, sarebbe graduale e gli specializzandi non verrebbero lasciati soli da subito, ma solo dopo tempo trascorso sulle auto assieme ai tutor: “Gli specializzandi operano all’interno della rete dell’emergenza pre-ospedaliera cittadina, in piena coerenza con i criteri che caratterizzano i percorsi professionalizzanti, che prevedono gradi di autonomia professionale crescente con la disponibilità di tutor clinici, come per tutte le diverse discipline”.
Roberto Pieralli contro replica: “Noi, e neppure gli specializzandi, questo accordo tra Ausl e Università non lo abbiamo mai visto. E se anche ci fosse, non tiene conto del fatto che per le norme nazionali i medici in formazione non possono in alcun caso sostuituire i medici della struttura”.