Si chiamano “evasori di legalità”, sono coloro che dovrebbero applicare la legge ma siccome per loro è egoisticamente incompatibile con il loro egoismo la evadono come con le tasse. Cioè non applicano per loro ciò che si dovrebbe applicare in generale e in modo esemplare per restare nella legalità. Sono anche coloro che in Parlamento votano norme contro le professioni che rappresentano, che so votano il costo zero in modo che le professioni possano essere sfruttate e sottopagate o votano le norme che programmano le restrizioni degli organici quindi votano precariato e disoccupazione, ma nello stesso tempo sono a capo di ordini e di collegi professionali e rivolgendosi in modo paternalistico ai sindacati del loro settore dicono loro…arrangiatevi. Sono coloro che ricoprono tanti incarichi nello stesso tempo…cioè sono multitasking…quindi enti di potere personale multi processuali (per restare nella metafora informatica) che fanno tutto senza fare niente. Presiedono a tutto…controllano tutto…sono ubiqui cioè…sono in tutte le istituzioni pubbliche…a partire dal Parlamento dove fanno i parlamentari, come Bianco Mandelli Silvestro, per finire al consiglio superiore di sanità dove sono membri di diritto fino a partecipare a tutte le riunioni dove si parla di professioni mediche sanitarie. Ma soprattutto sono degli accaniti anti-kantiani cioè sono degli “immorali” nel senso che per loro la distinzione kantiana tra “legalità” e “moralità”, cioè tra “norma giuridica” e “norma morale” quindi tra “accordo con la legge” e “dovere che deriva dalla legge” ,non vale. Cioè loro non rispettando il principio di legalità non sentono il dovere di regolare i propri comportamenti con la loro coscienza che , per Kant è invece quella che dovrebbe presiedere alla moralità pubblica e privata.
Costoro sono gli “incompatibili” mostri a tante teste come quelli della mitologia, bulimici del potere mai sazi di onori di ruoli e di funzioni ma soprattutto di tributi, geocentrici come le concezioni tolemaiche che da quando è uscita la legge Severino (2012/2013) che impone loro l’incompatibilità tra più cariche in particolare tra parlamentari e presidenti di ordini o di collegi, si sono mobilitati insieme a tutto il potente mondo delle corporazioni, per sconfiggere il principio di legalità.
Si sono mobilitati contro Cantone il presidente dell’Anac che con una delibera imponeva loro il rispetto della legge Severino a partire dal novembre 2014, hanno ottenuto di spostare il termine al primo gennaio del 2015, sono riusciti a far passare un emendamento al “decreto del fare” che sposta tale termine a marzo del 2015 e in ogni caso sono riusciti a far passare il principio che la norma sull’incompatibilità non sia retroattiva e valga solo per i mandati in scadenza. Sono riusciti anche a mettere la loro manina nella riforma della pubblica amministrazione (Madia) ottenendo la più perfetta delle compatibilità tra ruoli di presidenza e pensionamento; hanno convinto la commissione sanità del senato che sta esaminando un disegno di legge sul riordino degli Ordini, a pronunciarsi in favore di una normativa ad hoc, che sottrae gli incompatibili all’ambito dell’applicazione della legge Severino.
Insomma come quei tarli che silenziosamente lavorano nel buio delle loro gallerie scavate nel legno i capi dei medici dei farmacisti e degli infermieri, insieme a tutti gli altri avvocati, ingegneri, geologi e che stanno mangiando i piedi del tavolo sul quale la legge Severino sull’incompatibilità ha imbandito il principio di legalità.
L’ultima “vittoria” degli evasori di legalità è di nuovo contro Cantone che evidentemente si trova suo malgrado nella linea di faglia tra le masse rocciose degli interessi degli incompatibili e ha dovuto rifare e rivedere la sua delibera. La nuova delibera (9 gennaio) dice che eventuali incompatibilità vanno accertate “non dall’Autorità nazionale anticorruzione, ma dalla Giunta delle elezioni del Senato e della Camera” e che in ogni caso esse riguardano solo gli “amministratori” degli enti e che “non si estendono alle funzioni pubbliche elettive negli organi costituzionali di rappresentanza politica dello Stato a livello nazionale“. Un colpo di scena con la quale l’Authority anti corruzione restituisce la decisione finale sugli incompatibili agli incompatibili cioè alla Giunta delle elezioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, ai sensi della normativa vigente in tema di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità”. Come mettere a guardia dell’orto le capre. La nuova delibera di Cantone è subdola oltre che cedevole alle pressioni alle quali non avrebbe dovuto cedere perché tenta di far passare i nostri incompatibili come degli innocenti e disinteressati platoniani, nel senso che loro sono eletti dalle loro professioni e si occupano di anime, di spirito nutrendosi solo ed esclusivamente di pensiero…e non di bilanci, di proprietà, di immense risorse come quelle di cui dispongono. La delibera infatti dice che le attuali incompatibilità sono riferite solo a incarichi “amministrativi” negli ordini e che “non si estendono alle funzioni pubbliche elettive negli organi costituzionali di rappresentanza politica dello Stato a livello nazionale“.
E bravo Cantone e noi che pensavamo che fossi come quella vecchia pubblicità ai tempi di Carosello “dove arriva olà lo sporco se ne va”. Ora comprendiamo meglio la sua dichiarazione quando ha affermato che gli Ordini gli davano più problemi del Mose e dell’Expo.
Je suis Kant
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