Dire, scrivere e titolare “Io sono Charlie” per vestire i panni dei paladini della libertà di stampa e acquistare una copia, un lettore o un click in più è facile. Da una settimana a questa parte i giornali e i giornalisti italiani sono tutti Charlie Hebdo, ma alcuni lo sono soltanto a parole. Tutti gli organi di informazione del Paese hanno seguito e dato la notizia della conferenza stampa con cui martedì 13 gennaio i vignettisti superstiti hanno presentato il nuovo numero del settimanale, che dal 14 sarà distribuito in 25 Paesi con tre milioni di copie. Ovviamente sottolineando il coraggio del ritorno in edicola dopo la strage che ha decimato la redazione una settimana fa. Ma non tutti hanno informato i loro lettori che l’unico quotidiano a pubblicare integralmente il nuovo numero in Italia sarà il Fatto Quotidiano. All’appello mancano alcuni dei giornali più grandi e importanti: pronti a farlo proprio fin dal momento in cui lo slogan ha cominciato a circolare sull’ondata emotiva suscitata dalla tragedia, questi farebbero bene a non nascondersi più dietro un altisonante “Je suis Charlie”, ma a dire più semplicemente “Je suis il gruppo Espresso-Repubblica”, “Je suis il gruppo Messaggero”, “Je suis il gruppo della Stampa”…