Alle bestie parigine corrispondono, in sedicesimo per fortuna, bestie nostrane. Mi riferisco a quella parte di commentatori che ieri mostravano profondo godimento alla notizia che Emma Bonino, politica di lungo corso italiana, sarebbe affetta da tumore e dovrà affrontare, di conseguenza, un ciclo di cure dagli esiti imprevedibili e devastanti. La Bonino, nell’annunciare la propria malattia ha pure aggiunto che l’impegno politico non viene meno.

Apriti cielo: l’armamentario sintattico di cui sono capaci parte degli “indignados permanenti e virtuali” italiani, quale fiume in piena, si è riversato nello spazio dei commenti. Chicche concettuali di tutto rispetto che si alternavano tra accuse di ladrocinio in quanto politica e l’auspicio che il tumore fosse celere per pesare meno sulle tasche degli italiani.

Premesso che la Bonino appartiene a quella schiera di politici che non sono stati sfiorati nemmeno dal sospetto di derubare gli italiani e premesso che è unanime il riconoscimento nei confronti di una donna la cui attività politica è sempre stata portata avanti alla luce del sole, sbalordisce la violenza verbale espressa in non pochi commenti su un argomento – la salute – che dovrebbe lasciare pochi margini al dibattito politico.

E invece gli ineffabili professionisti del web non si sono fatti fregare: e giù contumelie. È il tumore che è stato aggredito dalla Bonino in alternativa all’atteggiamento della Bonino che strumentalizza il tumore per intenerire i grandi elettori in vista di una sua possibile elezione. Risparmio simili altre idiozie e rifletto, però, sul fatto che per questa fascia di cittadini (che mi auguro sia iper minoritaria) analfabeta e profondamente ignorante Internet sia diventato l’unico loro luogo di forme di socializzazione profondamente malata.

L’anonimato, da sempre, fa affiorare gli istinti più bestiali e reconditi trascinando verso il basso l’unica vera ricchezza che un uomo o una donna porta in dote dal momento della nascita: una faccia e la capacità di esprimere un pensiero riconducibile a quella faccia.

Con il sacro web questa ricchezza viene meno e si appalesa, al contrario, un tratto tipico di non pochi italiani che è quello della vigliaccheria: sotto forma di bullismo fisico in età giovanile e sotto forma di bullismo verbale in età più avanzate. Questi bei tomi, per altro, affluiscono, in tempi di crisi, tra le file protestatarie dei mugugnatori molesti professionali i quali, a fronte di fiumi di parole, sono aridi nei fatti e nelle iniziative.

Vorrebbero anche da noi una primavera ma più dell’inverno non riescono ad immaginare. La loro frustrazione li porta alla necessità di individuare un nemico, senza distinzioni, senza mediazioni. E nella costruzione del nemico (la politica tutta in questi anni) confermano a loro stessi di esistere perché, in assenza, il fallimento esistenziale sarebbe troppo fragoroso.

A differenza della Bonino, persone di cui non si avverte alcuna mancanza.

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