Un test del sangue per rilevare quanto velocemente il proprio organismo è in grado di metabolizzare la nicotina può aiutare a trovare la strategia più adatta per smettere di fumare. È quanto emerge da uno studio delle Università della Pennsylvania e di Toronto, pubblicato sulla rivista The Lancet Respiratory Medicine.
Gli studiosi hanno esaminato 584 fumatori che risultavano metabolizzatori normali di nicotina e 682 che erano invece metabolizzatori lenti: in entrambi i gruppi esaminati sono stati testati due metodi alternativi per smettere di fumare, i cerotti e un trattamento a base di vareniclina, un principio attivo utilizzato per trattare la dipendenza da nicotina.
A distanza di undici settimane dall’inizio dei trattamenti è emerso che tra i “metabolizzatori normali” sembrava funzionare di più il trattamento a base di vareniclina, mentre tra coloro che erano “metabolizzatori lenti” l’efficacia dei trattamenti risultava la stessa ma erano minori gli effetti collaterali rilevati con il cerotto.
“Ben il 65% dei fumatori – afferma Caryn Lerman, coautrice dello studio – che tentano di smettere, ritornano a fumare entro la prima settimana: i nostri risultati mostrano che far corrispondere uno specifico trattamento alla velocità con la quale i fumatori metabolizzano la nicotina potrebbe essere una strategia clinica praticabile per aiutare i singoli fumatori a scegliere il metodo per smettere più adatto a loro”.