Società

Immigrazione, il nome dell’accoglienza

“L’odio mi mette in ginocchio, l’amore mi fa alzare in piedi”

(Andree Agassi, “Open”)

Amin nasce il 14 febbraio 1979 a Shiraz, in Iran. Si laurea in ingegneria nel suo Paese di origine con ottimi risultati accademici, dove consegue numerose certificazioni di alto livello per la conoscenza della lingua inglese. Il percorso che porta Amin dall’Iran alla provincia di Potenza è lungo e tortuoso, e ci restituisce in tutta franchezza l’altra faccia di una medaglia che un certo razzismo nostrano finge di non vedere. Parla di persecuzione, quel percorso di libertà negate e futuro incerto. Della rabbia e della paura per un destino messo in discussione ogni giorno.

Amin è uno dei tredici beneficiari del “Progetto Sprar” che il comune virtuoso di Latronico sta portando avanti da qualche mese. Il progetto consiste nell’accoglienza dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria. Gli obiettivi sono quelli di garantire misure di assistenza e protezione dei beneficiari, accompagnandoli nel percorso verso la conquista della propria autonomia. I servizi garantiti dal progetto sono l’assistenza socio-sanitaria e psicologica, le attività multiculturali, l’inserimento scolastico dei minori, la mediazione linguistica e interculturale, l’orientamento e l’informazione legale, i servizi per l’alloggio e l’inserimento lavorativo, oltreché servizi per la formazione.

Amin in Iran non può professare liberamente il proprio credo. E’ questa la molla che lo spingerà ad allontanarsi dal paese natale per cercare un luogo e un tempo in cui vivere liberamente il proprio destino. Dal centro di prima accoglienza di Roma arriva a Latronico, la città del benessere. Qui viene inserito nel progetto Sprar ed inizia ad imparare l’italiano. Amin è un tipo curioso, abituato a studiare e a metterci impegno nelle cose che fa. Per questo decide di donare la propria conoscenza dell’inglese a tutti i ragazzi che come lui frequentano il progetto Sprar, per poi allargarsi a lezioni gratuite aperte a tutta la cittadinanza.

Oggi sono un centinaio i cittadini di Latronico che stanno imparando l’inglese grazie ad Amin. Le lezioni gli hanno fatto da passpartout per entrare in punta di piedi nella casa non sempre accogliente della comunità. Rapporti sociali, contaminazioni, amicizie. Le cose normali della vita, insomma. Anche quando si parla di una vita che di normale ha avuto ben poco. Almeno fin qui.

Amin arriva dall’Iran e vive a Latronico. Sogna di poter un giorno insegnare a tempo pieno l’inglese e di metter su casa. Qualche sogno, nel frattempo, lo ha già realizzato. La libertà di culto e di preghiera, per cominciare. In quest’Europa che adesso ha paura, l’unico antidoto all’odio prende il suo nome, e di tutti quelli che come lui siamo stati capaci di accogliere. Con progetti concreti e una voglia irrefrenabile di pace.

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