Milano/Venezia andata e ritorno. Questa la soluzione escogitata per risolvere lo scontro in Procura a Milano scoppiato tra l’aggiunto Alfredo Robledo e il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Robledo dovrebbe essere applicato temporaneamente come sostituto procuratore generale nella città lagunare per un anno per poi tornare a Milano a capo del pool anticorruzione (da cui era stato rimosso), quando Bruti Liberati non sarà più capo della Procura per raggiunti limiti di età.
La situazione di conflitto “insostenibile” tra i due magistrati che aveva spinto alcuni mesi fa il Consiglio giudiziario locale a chiedere un intervento urgente del Csm; con l’effetto decisivo di restituire alla procura la necessaria serenità per portare avanti il suo impegnativo lavoro, senza minarne il prestigio. Robledo ha accusato il capo di anomalie nelle assegnazioni di alcuni fascicoli scottanti come Ruby e San Raffaele tra gli altri e Bruti ha puntato il dito contro il suo aggiunto sostenendo che avesse creato danni alle indagini.
Che Robledo intendesse fare le valige, sia pure per un tempo limitato, sembrava un’ipotesi. Ma a Palazzo dei marescialli non era stata ritenuta priva di fondamento, se la Prima Commissione – che lunedì e martedì avrebbe dovuto decidere se avviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità nei confronti di entrambi o di uno solo dei protagonisti del conflitto – ha preferito fermarsi.
In un colloquio con il vice presidente del Csm Giovanni Legnini – che alla fine dell’anno scorso aveva voluto incontrare il procuratore e il suo vice per capire se era praticabile una soluzione non traumatica – Robledo avrebbe manifesto la sua intenzione. Nei giorni scorsi, a sorpresa, ha invece revocato la domanda che aveva presentato per essere trasferito alla procura generale di Milano, nonostante avesse di fatto già in tasca l’accoglimento della richiesta, visto che era il primo in graduatoria.
La rinuncia a quella funzione era stata però essere il frutto di un ripensamento non sulla scelta di andare via ma sul modo con cui farlo perché chiedendo l’applicazione extra-distrettuale, cioè la destinazione provvisoria a un ufficio giudiziario fuori dell’orbita milanese presentera un doppio vantaggio rispetto al trasferimento: non sarebbe irreversibile e potrebbe realizzarsi in tempi molto stretti.