Tra le infinite strade che portano al domani, Ford cerca quelle giuste per capire come sarà la mobilità del futuro. Per questo ha attivato venticinque progetti di ricerca nel 2015, divisi sui cinque continenti, sperimentando nuove forme di car sharing, monitorando gli automobilisti e testando le tecnologie più avanzate. Per decidere su che cosa investire davvero
Venticinque esperimenti sulla mobilità del futuro da attivare in tutto il mondo nel corso del 2015. Ford guarda avanti e cerca di esplorare le strade che portano al domani. Dritte, tortuose o piene di buche che siano, la novità non è tanto nel volerle percorrere, visto che quasi tutte le case automobilistiche sono impegnate in diversi progetti di ricerca di questo tipo, bensì nella visibilità che a Dearborn hanno voluto dare allo “Smart Mobility Plan”.
Innanzitutto il nuovo piano non è stato presentato in un classico Salone dell’auto, come quello di Detroit in corso in questi giorni, ma al Consumer Electronics Show di Las Vegas, cioè la più importante fiera del mondo sull’elettronica di consumo, che peraltro ha iniziato a ospitare le automobili sono negli ultimi anni. Ma se la guida autonoma, l’iper-connettività, i comandi gestuali e tutte le altre innovazioni tecnologiche non fossero sufficienti per attrarre l’attenzione, Ford ha deciso di giocarsi la carta della storia. “L’obiettivo è quello di rivoluzionare la mobilità globale, esattamente come fece il nostro fondatore Henry Ford 107 anni fa con la Model T”. Parole di una certa importanza, pronunciate dall’ad Mark Fields (nella foto), che danno la misura di quanto Ford creda in questo progetto.
Nella pratica si tratta di 25 focus di ricerca che dovranno fornire informazioni per decidere gli investimenti da oggi ai prossimi dieci anni. Di questi, 11 fanno parte dell’Innovate Mobility Challenge, una sfida che Ford ha lanciato agli sviluppatori e ai creativi di tutto il mondo affinché propongano applicazioni studiate appositamente per le Americhe, il Portogallo, l’Africa, l’India, la Cina, l’Inghilterra e l’Australia. Soluzioni informatiche atte a trovare parcheggi, ad avere un navigatore efficiente o a trovare cure mediche nelle zone più isolate. Perché non si tratta di evolvere solo le automobili, ma anche il modo in cui vengono usate e come si inseriscono negli eco-sistemi metropolitani di tutto il mondo, considerando le peculiarità di ogni scenario locale. Così le iniziative saranno equamente divise nei vari continenti: 9 tra Africa ed Europa, 8 in Nord America, 7 in Asia e una in Sud America.
Gli altri 14 progetti, invece, sono già stati avviati e sono gestiti direttamente da Ford. Si va dagli esperimenti di monitoraggio e raccolta dati, come quelli attivati negli Stati Uniti e a Londra, riguardanti strettamente l’utilizzo delle automobili, la ricerca dei parcheggi e il comportamento alla guida, a quelli più futuristici per guidare l’auto da remoto, come se fosse un grosso modellino radiocomandato. Immancabili anche due focus sulle colonnine di ricarica per le vetture elettriche e sull’utilizzo delle biciclette, per arrivare a una delle novità più importanti dell’ultimo biennio: il car sharing. Qui i progetti sono ben cinque, divisi tra Germania, India, Usa e Regno Unito e provano che sulle modalità di condivisione dell’auto c’è ancora tanto da dire e da fare. E se a Londra si vuole affinare il concetto che è alla base tanto di Car2go quanto di Enjoy, a Bangalore si cercano soluzioni per condividere l’auto nelle piccolissime comunità, cioè quelle formate da famiglie, coinquilini e colleghi. Interessanti anche i progetti che permettono ai manager americani Ford di scambiare le proprie auto aziendali e ai partecipanti di Londra e New York di condividere le spese per uno shuttle (magari per l’aeroporto) tramite una app.
Più particolare è, infine, l’iniziativa che coinvolgerà la rete di concessionarie Ford in cinquantacinque città tedesche. I clienti che si registreranno potranno prenotare uno qualsiasi dei modelli della gamma dell’Ovale Blu, compresi i veicoli commerciali. Così il car sharing sarà gestito direttamente in autosalone, con buona pace dei venditori che vedranno le auto andare via, ma senza aver firmato nessun contratto di vendita.