I lavori in Aula procedono lentamente. Proteste di M5S, Lega, Fdi e Sel. L'ex presidente della Repubblica potrebbe già partecipare al voto
La corsa delle legge elettorale continua a Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio vuole l’approvazione prima dell’elezione del presidente della Repubblica, mentre le opposizioni chiedono di interrompere la discussione “perché manca il garante della Costituzione”. Nelle prossime ore a partecipare al voto potrebbe già essere anche Giorgio Napolitano che ha dato le dimissioni dal Colle solo ieri e ora ha il diritto di partecipare ai lavori dell’Aula: “Vedremo cosa si vota e se io sono immediatamente nelle condizioni di partecipare”.
Chi difende il processo di riforma è sempre il ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi: “Non possiamo permetterci di tornare al voto senza aver prima riformato la legge elettorale. Non è immaginabile che la Corte Costituzionali ci abbia consegnato una legge e che il Parlamento non sia in grado di cambiare il sistema elettorale. Utilizzeremo questa nuova legge elettorale nel 2018. Dobbiamo abbandonare questa cattiva abitudine tutta italiana del voto anticipato”.
Intanto il voto procede a rilento. Dopo più di un’ora di ritardo (l’inizio delle votazioni era previsto per le 10), dovuto all’ostruzionismo del Movimento 5 stelle sul verbale ma anche ad interventi di altri deputati (Sel, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Nord), è ricominciato in aula alla Camera il voto sugli emendamenti al ddl Riforme. I 5 stelle hanno anche, nuovamente, chiesto un voto per sospendere i lavori dell’aula: richiesta respinta dal presidente di turno Simone Baldelli. Si riparte dunque dall’emendamento 1.99 Toninelli. Le votazioni dovrebbero continuare fino alle 22.