L’aumento dal 5 al 15% della tassazione agevolata (“dei minimi”) sulle partite Iva è stato “l’autogol più clamoroso” fatto finora dal governo. Parola del premier Matteo Renzi, che ha risposto così a una domanda che gli è stata rivolta, durante Le invasioni barbariche su La7, dalla redazione di Radio Shock, la radio dei pazienti del Centro di Salute Mentale di Piacenza.”Legge di stabilità, le partite Iva. Ho fatto un errore, ma adesso la recuperiamo”, ha detto il presidente del Consiglio. Il riferimento è appunto alla nuova imposta sostitutiva – triplicata – in vigore dall’1 gennaio per i freelance, che già, per effetto della riforma Fornero, si sono visiti aumentare dal 27,72% al 30,72% l’aliquota contributiva della gestione separata Inps. Non solo: il regime forfettario si applica ora solo alle partite Iva che guadagnano meno di 15mila euro annui, mentre per i commercianti il tetto massimo è molto più alto: 40mila euro. Nel passaggio dal testo della manovra licenziato dalla Camera a quello approvato in via definitiva dal Senato nella notte del 19 dicembre è arrivato solo un mini correttivo: per chi ha anche redditi da lavoro dipendente e assimilati la soglia sale da 15 a 20mila euro.
Fin dai giorni successivi al varo della Stabilità Renzi promette modifiche. Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti aveva ipotizzato la rinuncia all’aumento dei contributi previdenziali per artigiani e commercianti e l’innalzamento del forfait per professionisti e freelance da 15mila a 30mila, accompagnato da “un’aliquota fiscale tra il 10 e il 12%”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante il question time di mercoledì alla Camera, ha confermato che l’esecutivo è intenzionato “ad intervenire immediatamente per modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso di quello che il governo avrebbe voluto”. Per quanto riguarda l’impatto fiscale “sarà il competente ministero dell’Economia che dovrà predisporre opportune modifiche”, mentre in merito agli aspetti previdenziali “confermo e mi impegno ad adottare i necessari interventi. Posso anticipare la mia intenzione di incontrare le associazioni e le figure professionali interessati da questo provvedimento nei prossimi giorni in modo da superare i profili critici”.
Al di là delle ironie su quale sia stata, stavolta, la “manina” che ha “determinato” una norma differente a quello che l’esecutivo avrebbe voluto, si attendono ora mosse concrete. Poletti ha parlato di “un testo correttivo” da adottare “rapidamente”. Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera e deputato Pd. ha suggerito una possibile soluzione: “Appoggiare l’emendamento che il Pd presenterà al Milleproroghe e che prevede il blocco al 27% del previsto aumento dei contributi previdenziali delle partite Iva appartenenti alla Gestione separata dell’Inps”.
Intanto si sprecano gli appelli bipartisan a tradurre gli annunci in fatti. “Sui giovani professionisti freelance anche dal ministro Poletti arriva una generica ed evasiva dichiarazione di intenti”, ha scritto in una nota Andrea Mandelli, senatore di Forza Italia responsabile per i rapporti con le professioni. Mentre la deputata del Pd Chiara Gribaudo, componente della commissione Lavoro, ha detto che “bisogna avere il coraggio di rivedere ciò che non funziona” ricordando come “secondo il ministero dell’Economia a novembre sono state 38mila le nuove partite Iva, con un aumento del 15,5%. In attesa dei dati di dicembre, che potrebbero essere anche superiori, sembra già una prima reazione al nuovo regime forfettario introdotto con la legge di Stabilità. In sostanza, chi ha potuto ha effettuato la scelta di aprire la partita Iva per rientrare nel vecchio sistema”, “un campanello d’allarme sulla effettiva convenienza del nuovo regime, specie per alcune fasce di reddito e di età più deboli”.