Niente più aghi per il controllo della glicemia. In futuro basterà applicare temporaneamente sulla pelle un semplice tatuaggio. A mettere a punto il nuovo dispositivo, che promette di migliorare la vita di centinaia di milioni di persone colpite da diabete, un team di ricercatori del Department of nanoengineering dell’University of California, San Diego, che ne ha illustrato il funzionamento in uno studio pubblicato sulla rivista “Analytical Chemistry”.
Un nuovo dispositivo che promette di migliorare la vita di centinaia di milioni di persone colpite da questa malattia
“Si tratta di un metodo non invasivo – sottolineano gli scienziati americani – che permette di misurare i livelli di glucosio tra le cellule della pelle, nel liquido interstiziale, dove la concentrazione dello zucchero dipende da quella del sangue”. Il dispositivo è formato da una serie di elettrodi stampati su un tatuaggio trasferibile, e collegati a un enzima specifico per il glucosio. La sua sensibilità è molto più elevata dei tradizionali metodi diagnostici che misurano la glicemia attraverso piccole iniezioni sulla punta delle dita. Questi “tattoo” sono in grado, infatti, di misurare concentrazioni di glucosio cento volte inferiori a quelle sanguigne. “Il biosensore – si legge nello studio – rappresenta il primo esempio di strumento diagnostico epidermico basato su un tatuaggio flessibile, facile da indossare e rimuovere”.
Gli scienziati miranoa estenderne la funzionalità, limitata a un solo giorno, e a rendere possibile il trasferimento in tempo reale dei risultati delle analisi
Gli scienziati americani stanno cercando di perfezionare il loro sistema diagnostico basato su tatuaggi. Mirano, ad esempio, a estenderne la funzionalità, limitata al momento a un solo giorno, e a rendere possibile il trasferimento in tempo reale, tramite bluetooth, dei risultati delle analisi, per esempio ai medici di base. “Stiamo lavorando a sensori che permettano di monitorare non solo il glucosio, ma anche altri marcatori chimici. In futuro – concludono gli autori – questi biosensori potrebbero essere potenzialmente adoperati anche per il trasferimento transcutaneo di farmaci”.