La passione è il tema centrale di Doff, acronimo che sta per Dreaming of Foo Fighters, il primo documentario sulla band fondata dall’ex batterista dei Nirvana Dave Grohl, girato da un accanito fan videomaker, Stefano Pedretti, che con questo progetto racconta i Foos e la passione che mettono in quello che fanno, dalla prospettiva dei fan. “Mi piaceva l’idea di puntare per una volta la luce nella direzione opposta al palco e magari mostrare, anche ai Foos, cosa c’è. Il sogno è che il doc piaccia così tanto alla band da farlo uscire con la Roswell Records. Doff è un tributo ai Foo Fighters, perfetto per celebrare i 20 anni di attività. Dopo il garage tour, sound city, i secret show in pizzeria, i loro tributi alla musica con Sonic Highways sembrava doveroso ringraziarli e raccontarli dal punto di vista dei fan, ovvero di chi apprezza tutto il loro lavoro anche extra musica”.
Stefano, come nasce la tua passione per i Foos?
È una naturale conseguenza degli anni 90. Ero un fan dei Nirvana, quindi ho assorbito tutto quel movimento musicale, il Grunge, con la pancia. Certo, Nirvana e Foo Fighters sono due band completamente differenti, oltretutto i Foos hanno avuto il tempo di diventare un progetto mentre i Nirvana no. Non è possibile paragonarli e non mi è mai venuto in mente di farlo. Tentare di cristallizzare un gruppo, un linguaggio o un genere significa non credere in una naturale evoluzione. Se ci fossero ancora i Nirvana suonerebbero diversi da come siamo abituati ad ascoltarli. In quest’ottica cito un estratto dall’intervista a Marco Fantin (fondatore del Foo Fighters Italian Fan Club, ndr): ‘Dal 2010-2011 in poi la loro è stata una vera e propria evoluzione (Sound City, Il Garage Tour, Sonic Highways) è musica a 360 gradi, non stanno facendo l’album, vanno in tour e poi tutti a casa. E io credo che stiano guadagnando un sacco di punti anche per chi magari finora non li apprezzava o addirittura non li conosceva’.
Qual è la genesi di questo Doof?
Nasce quasi per caso, come tutte le cose belle. Nel 2011 esce Wasting Light, che considero un album grandioso. Erano anni che un album non mi appassionava così tanto. Ovviamente avevo i biglietti per quello che doveva essere il mio primo live dei Foo Fighers, a Milano al Rock in Idro, ma con un tempismo perfetto è nata mia figlia.
E sono rimasto felicemente fregato. L’anno successivo, mentre ero coinvolto in un progetto musicale con una band romana, ho scoperto che il chitarrista di questa band aveva tra i vari progetti paralleli, anche una tribute dei FF. Ed era la cosa più vicina ai Foo Fighters che avessi in quel momento, a parte il biglietto mai utilizzato. L’idea di fare un documentario puntando l’attenzione per una volta dalla parte opposta al palco, mi sembrava il modo migliore per rendere un tributo ai FF per i loro 20 anni di carriera, considerando anche il loro particolare rapporto coi fan, che va dal Garage tour, ai secret show, da Sound City fino a Sonic Highways. E in breve tempo ho iniziato a girare.
Qual è la storia più interessante che hai ascoltato dai fan?
Ho avuto la fortuna di intervistare diversi tipi di persone, ognuna con le sue storie e le sue passioni, e ho avuto la fortuna di incontrare persone vere. Ci sono dei personaggi veramente sopra le righe, ma la storia più assurda è proprio alla fine del doc. Non posso ovviamente svelare il finale, ma posso dire che non avrei mai immaginato di ascoltare la musica dei Foo Fighters in un contesto come quello in cui mi sono trovato!
Quali sono le tue ambizioni legate a esso?
Sto lavorando senza una produzione e senza un budget adeguato, per questo sto navigando in solitaria. Ed è veramente tosta, considerando anche che è il mio primo lungometraggio. Ma adesso posso finalmente dire di essere vicino alla conclusione. Una volta realizzato inizierà una fase complicata ma soprattutto oscura. Trovare un modo per distribuirlo o iscriverlo a qualche festival. Dovrò superare l’altissimo muro della burocrazia, cosa che mi spaventa più del lavoro fatto fino ad ora. Per fare ciò dovrò inviare Doff alla band per la questione dei diritti d’autore, e a quanto pare già il solo tentare di contattarli pare una missione impossibile.
Tu hai fatto anche un viaggio al loro seguito. Mi racconti qualche aneddoto al riguardo?
Oltre a regalarmi una esperienza personale incredibile è stato anche un grande valore aggiunto per il mio film indipendente. In tre giorni a Washington di cose ne sono successe tante, oltretutto vedere la seconda puntata di Sonic Highways insieme al pubblico locale di Washington DC ha reso l’esperienza magica e familiare. Ma tra tutte le cose viste che potrei raccontare, ti racconto cosa non ho visto. Non ho visto rockstar. Ho visto dei musicisti, ho visto persone vere che hanno suonato per il piacere di farlo e per comunicare con il pubblico indipendentemente dal numero di persone. Eravamo in 300 in un piccolo locale e hanno suonato per tre ore. Indimenticabile.
Personalmente ritengo che il loro ultimo disco sia il migliore uscito nel 2014: quali sono le tue impressioni su Sonic Highways?
Prima di ascoltarlo ho aspettato di finire di vedere la serie, perché sapevo che era un progetto, non un disco, e prima di ogni canzone c’era la possibilità di vedere un film. Già questo tipo di fruizione era una occasione da non perdere. Per questo non lo considero un album, ma una splendida colonna sonora di 8 canzoni per 8 film. E ogni film è una storia di emozioni, proprio come una canzone. Un progetto bellissimo.
Mi fai la tua top ten sui migliori brani dei Foos?
È la domanda più difficile a cui rispondere, perché la risposta sarà sempre sbagliata.
Per questo ti faccio la top ten sulla base della colonna sonora di Doff, omettendo volontariamente l’ultimo album per farlo stagionare ancora un po’:
• The pretender
• All my life
• Razor
• Everlong
• Monkey wrench
• Wheels
• White limo
• Walk
• Best of you
• Times like these
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Pasquale Rinaldis
Giornalista
Musica - 16 Gennaio 2015
Foo Fighters, ‘Doff’: il documentario girato dal loro più grande fan
La passione è il tema centrale di Doff, acronimo che sta per Dreaming of Foo Fighters, il primo documentario sulla band fondata dall’ex batterista dei Nirvana Dave Grohl, girato da un accanito fan videomaker, Stefano Pedretti, che con questo progetto racconta i Foos e la passione che mettono in quello che fanno, dalla prospettiva dei fan. “Mi piaceva l’idea di puntare per una volta la luce nella direzione opposta al palco e magari mostrare, anche ai Foos, cosa c’è. Il sogno è che il doc piaccia così tanto alla band da farlo uscire con la Roswell Records. Doff è un tributo ai Foo Fighters, perfetto per celebrare i 20 anni di attività. Dopo il garage tour, sound city, i secret show in pizzeria, i loro tributi alla musica con Sonic Highways sembrava doveroso ringraziarli e raccontarli dal punto di vista dei fan, ovvero di chi apprezza tutto il loro lavoro anche extra musica”.
Stefano, come nasce la tua passione per i Foos?
È una naturale conseguenza degli anni 90. Ero un fan dei Nirvana, quindi ho assorbito tutto quel movimento musicale, il Grunge, con la pancia. Certo, Nirvana e Foo Fighters sono due band completamente differenti, oltretutto i Foos hanno avuto il tempo di diventare un progetto mentre i Nirvana no. Non è possibile paragonarli e non mi è mai venuto in mente di farlo. Tentare di cristallizzare un gruppo, un linguaggio o un genere significa non credere in una naturale evoluzione. Se ci fossero ancora i Nirvana suonerebbero diversi da come siamo abituati ad ascoltarli. In quest’ottica cito un estratto dall’intervista a Marco Fantin (fondatore del Foo Fighters Italian Fan Club, ndr): ‘Dal 2010-2011 in poi la loro è stata una vera e propria evoluzione (Sound City, Il Garage Tour, Sonic Highways) è musica a 360 gradi, non stanno facendo l’album, vanno in tour e poi tutti a casa. E io credo che stiano guadagnando un sacco di punti anche per chi magari finora non li apprezzava o addirittura non li conosceva’.
Qual è la genesi di questo Doof?
Nasce quasi per caso, come tutte le cose belle. Nel 2011 esce Wasting Light, che considero un album grandioso. Erano anni che un album non mi appassionava così tanto. Ovviamente avevo i biglietti per quello che doveva essere il mio primo live dei Foo Fighers, a Milano al Rock in Idro, ma con un tempismo perfetto è nata mia figlia. E sono rimasto felicemente fregato. L’anno successivo, mentre ero coinvolto in un progetto musicale con una band romana, ho scoperto che il chitarrista di questa band aveva tra i vari progetti paralleli, anche una tribute dei FF. Ed era la cosa più vicina ai Foo Fighters che avessi in quel momento, a parte il biglietto mai utilizzato. L’idea di fare un documentario puntando l’attenzione per una volta dalla parte opposta al palco, mi sembrava il modo migliore per rendere un tributo ai FF per i loro 20 anni di carriera, considerando anche il loro particolare rapporto coi fan, che va dal Garage tour, ai secret show, da Sound City fino a Sonic Highways. E in breve tempo ho iniziato a girare.
Qual è la storia più interessante che hai ascoltato dai fan?
Ho avuto la fortuna di intervistare diversi tipi di persone, ognuna con le sue storie e le sue passioni, e ho avuto la fortuna di incontrare persone vere. Ci sono dei personaggi veramente sopra le righe, ma la storia più assurda è proprio alla fine del doc. Non posso ovviamente svelare il finale, ma posso dire che non avrei mai immaginato di ascoltare la musica dei Foo Fighters in un contesto come quello in cui mi sono trovato!
Quali sono le tue ambizioni legate a esso?
Sto lavorando senza una produzione e senza un budget adeguato, per questo sto navigando in solitaria. Ed è veramente tosta, considerando anche che è il mio primo lungometraggio. Ma adesso posso finalmente dire di essere vicino alla conclusione. Una volta realizzato inizierà una fase complicata ma soprattutto oscura. Trovare un modo per distribuirlo o iscriverlo a qualche festival. Dovrò superare l’altissimo muro della burocrazia, cosa che mi spaventa più del lavoro fatto fino ad ora. Per fare ciò dovrò inviare Doff alla band per la questione dei diritti d’autore, e a quanto pare già il solo tentare di contattarli pare una missione impossibile.
Tu hai fatto anche un viaggio al loro seguito. Mi racconti qualche aneddoto al riguardo?
Oltre a regalarmi una esperienza personale incredibile è stato anche un grande valore aggiunto per il mio film indipendente. In tre giorni a Washington di cose ne sono successe tante, oltretutto vedere la seconda puntata di Sonic Highways insieme al pubblico locale di Washington DC ha reso l’esperienza magica e familiare. Ma tra tutte le cose viste che potrei raccontare, ti racconto cosa non ho visto. Non ho visto rockstar. Ho visto dei musicisti, ho visto persone vere che hanno suonato per il piacere di farlo e per comunicare con il pubblico indipendentemente dal numero di persone. Eravamo in 300 in un piccolo locale e hanno suonato per tre ore. Indimenticabile.
Personalmente ritengo che il loro ultimo disco sia il migliore uscito nel 2014: quali sono le tue impressioni su Sonic Highways?
Prima di ascoltarlo ho aspettato di finire di vedere la serie, perché sapevo che era un progetto, non un disco, e prima di ogni canzone c’era la possibilità di vedere un film. Già questo tipo di fruizione era una occasione da non perdere. Per questo non lo considero un album, ma una splendida colonna sonora di 8 canzoni per 8 film. E ogni film è una storia di emozioni, proprio come una canzone. Un progetto bellissimo.
Mi fai la tua top ten sui migliori brani dei Foos?
È la domanda più difficile a cui rispondere, perché la risposta sarà sempre sbagliata. Per questo ti faccio la top ten sulla base della colonna sonora di Doff, omettendo volontariamente l’ultimo album per farlo stagionare ancora un po’:
• The pretender
• All my life
• Razor
• Everlong
• Monkey wrench
• Wheels
• White limo
• Walk
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Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Il presidente eletto Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama, definendolo come una “risorsa nazionale vitale” e chiedendo a Panama di restituire il canale se i “principi, sia morali che legali” degli Stati Uniti che consentono a Panama di gestire il canale vengono violati.
Trump ha raddoppiato la proposta, lanciata per la prima volta sui social media ieri, durante un discorso all'evento Turning Point Usa a Phoenix, sostenendo che gli Stati Uniti hanno un "interesse acquisito" nel far sì che il canale venga gestito senza che Panama addebiti "prezzi e tariffe di passaggio esorbitanti" alle navi gestite da aziende e personale militare statunitensi.
"La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato. Le tariffe applicate da Panama sono ridicole, profondamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama, molto scioccamente, dagli Stati Uniti", ha detto Trump. "Questa completa truffa ai danni del nostro Paese cesserà immediatamente". "Se i principi, sia morali che legali, di questo magnanimo gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama venga restituito agli Stati Uniti", ha continuato. "Quindi, funzionari di Panama, vi prego regolarvi di conseguenza".
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Martina, la studentessa fiorentina di 21 anni ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo, in Norvegia, "non sarebbe in pericolo di vita". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell’ospedale Ingrassia a Palermo. L’hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo, il 20 è deceduta”. Lo scrive sui social Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.
“La figlia ha fatto una denuncia: suppone che potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale perché è stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva, visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo per troppo tempo, se ne capirà di più con le indagini. Una cosa però è certa", prosegue.
"Una paziente, ancor di più fragile, non dovrebbe stare 10 giorni in barella al pronto soccorso prima di essere trasferito in un reparto o in una clinica. E invece Maria ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita nelle stesse condizioni in cui sono costretti a stare i siciliani che hanno la sfortuna di finire in un pronto soccorso", dice ancora Faraone.
(Adnkronos) - "Lo abbiamo documentato con le foto, lo abbiamo testimoniato con i nostri blitz nei pronto soccorso siciliani, abbiamo chiesto interventi urgenti, ma nulla è cambiato, se non in peggio. Per il Presidente della Regione, Renato Schifani, va bene così e in Sicilia regna l’assuefazione, in attesa di scandalizzarsi per il prossimo morto al pronto soccorso”, conclude Faraone.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Appena avuta notizia dell'attentato di Magdeburgo, l'ambasciata italiana in Germania ha chiesto alle autorità locali se vi fossero coinvolti degli italiani. Ci è stato risposto che non risultavano cittadini italiani". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, parlando di Marco Forciniti - originario di Pietrapaola, in Calabria - "cittadino italo-tedesco, del cui ferimento - ha aggiunto il ministero degli Esteri - l'Unita di Crisi ha appreso dai media. Funzionari dell'ambasciata si sono recati presso l'ospedale per conoscere le condizioni di salute dell'uomo e fornirgli assistenza".
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Elon Musk "non diventerà presidente, questo ve lo posso dire. Ne sono sicuro, sapete perché? Non può esserlo, non è nato in questo Paese". Parlando ai sostenitori durante un evento a Phoenix, il presidente eletto Donald Trump ha affermato che il fondatore di Tesla - che è nato in Sudafrica - ha "fatto un lavoro straordinario" e ha respinto gli attacchi dei democratici che sostengono che Musk si stia comportando come un presidente 'de facto', dopo che la scorsa settimana l'imprenditore ha guidato con successo un tentativo di bloccare un disegno di legge bipartisan sui finanziamenti governativi.
"No, non prenderà la presidenza. Mi piace avere accanto persone intelligenti", ha detto Trump. "La nuova bufala è che il presidente Trump ha ceduto la presidenza a Elon Musk. No, no, non succederà".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "La migliore risposta alla irresponsabilità della magistratura e delle sinistre, che hanno voluto un inutile e persecutore processo a Salvini, sarà la rapida approvazione del disegno di legge sicurezza. Terremo conto di ogni osservazione. Ma ognuno stia al suo posto. Non ci sono altre istituzioni che si sostituiscono al parlamento". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
"Valuteremo le obiezioni, soprattutto quelle autorevoli, e valuteremo eventuali miglioramenti. Ma il disegno di legge sicurezza sarà approvato. Per rafforzare le forze dell'ordine. Noi vogliamo tutelare il popolo in divisa a cui abbiamo dato un nuovo contratto di lavoro. Invece la sinistra ed i grillini stanno dalla parte dei teppisti che aggrediscono le forze di polizia. E anche le altre Istituzioni devono guardare alla difesa della legalità", prosegue.
"Aspettiamo, ad esempio, dal massimo esponente del CSM qualche segnale dopo la sentenza di Palermo. I procuratori che si sono alternati chiedendo condanne senza fondamento resteranno al loro posto? Il CSM discuterà di questa scandalosa vicenda di Palermo? Chi lo guida avrà qualche esternazione da fare anche cogliendo l'occasione di fine anno? O la magistratura può impunemente sabotare le istituzioni politico-parlamentari e tentare di sostituirsi al potere legislativo e a quello esecutivo con la complicità delle sinistre?", dice ancora Gasparri.
(Adnkronos) - "Nelle prossime ore parlerò chiaro anche in Parlamento sullo scandalo della vicenda Open Arms. La mia proposta che feci da Presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari era quella giusta: non processare Salvini e arrivare alle stesse conclusioni che dopo anni di ingiustizie e sprechi sono arrivate dal tribunale di Palermo”, conclude Gasparri.
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Una donna è stata bruciata viva stamattina a New York mentre dormiva sul treno F della metropolitana di Coney Island. Lo riportano i media americani che, citando fonti della polizia, riferiscono di un uomo che le avrebbe lanciato addosso un fiammifero acceso, facendola andare a fuoco.
Gli agenti della polizia di New York sono intervenuti in seguito alla segnalazione di un incendio avvenuto poco prima delle 7,30 presso la stazione della metropolitana di Coney Island-Stillwell Avenue e hanno trovato la donna avvolta dalle fiamme mentre era seduta sul treno. È stata trovata circondata da bottiglie di liquore, anche se non è ancora chiaro se abbiano avuto un qualche ruolo nell'incendio.