A Milano, Firenze e Ascoli, già questa settimana l'immatricolazione delle auto nuove rischia di fermarsi perché sono finite le targhe. La Motorizzazione spiega che dallo stabilimento del Poligrafico stanno per ripartire le consegne. Sì, perché in Italia le targhe sono monopolio di Stato. E lo scambio di carte fra Motorizzazione e Ministeri può causare tempi morti
Capita anche questo: che la Motorizzazione e le agenzie di pratiche auto rimangano a corto di targhe. “A Milano, Firenze e Ascoli Piceno, già da questa settimana le agenzie non potranno immatricolare i veicoli nuovi, e, a breve, la scorta di targhe terminerà anche presso gli Uffici di Torino, Modena, Grosseto e Trento. È una situazione paradossale, i cittadini non potranno ritirare le loro auto nuove dal concessionario”, dice Ottolino Pignoloni, segretario nazionale dell’Unasca, l’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica, che denuncia la ciclicità con cui il problema presenta. Innescando anche situazioni assurde, come quelle di agenzie che si recano da un ufficio della Motorizzazione all’altro in cerca di targhe residue.
Sì, perché quando si compra un’auto nuova, la si trova dal concessionario già immatricolata, e non ci si pone molte domande su come la targa sia fisicamente arrivata su muso e coda del veicolo. In realtà, il processo è abbastanza complesso. Percorrendo il viaggio della targa a ritroso: il concessionario l’ha avuta da un’agenzia di pratiche auto, che a sua volta l’ha comprata dalla Motorizzazione civile. La quale la ottiene dal Poligrafico di Stato, che le stampa fisicamente nello stabilimento di Foggia. Infatti, in Italia, l’unico ente autorizzato a stampare le targhe auto è lo Stato: lo stabilisce l’articolo 101 del Codice della Strada. “Questa è un’anomalia tutta italiana”, dice Pignoloni. “Siamo l’unico Paese in cui la produzione delle targhe automobilistiche è monopolio dello Stato. Non c’è concorrenza: da noi per avere una coppia di targhe auto si pagano 40,60 euro, in altri Paesi la metà”.
Ma perché a Foggia arrivi l’ordine di stampare le targhe c’è ancora un lungo percorso da fare, questa volta fatto di carte e burocrazia. “A fine anno la Motorizzazione fa una richiesta al Ministero dell’Economia indicando il fabbisogno di targhe per l’anno successivo, indicando quante ne serviranno, e dove, sulla scorta delle nostre proiezioni statistiche”, spiega il direttore generale della Motorizzazione civile, Maurizio Vitelli. “Se poi nel corso dell’anno si registra una variazione, la Motorizzazione si affretta a scrivere al Ministero per modificare la richiesta”. Una volta ricevuta la domanda della Motorizzazione, il Ministero la deve approvare a mandare l’ordine al Poligrafico, che stampa le targhe e avvia la distribuzione in tutte le province italiane. “In questi giorni, come spesso accade a inizio anno, qualche ufficio sta effettivamente entrando in sofferenza, ma da mercoledì prossimo le consegne di nuove targhe saranno ripristinate”, getta acqua sul fuoco Vitelli.
Il nodo della questione, dunque, pare essere la produzione a singhiozzo del Poligrafico. “Il Ministero dell’Economia ha ragione a imporre la produzione in base alla reale necessità in modo da evitare gli sprechi”, spiega Vitelli. Che però propone anche una soluzione per ovviare alla periodica carenza denunciata dalle agenzie auto. “Basterebbe un semplice accorgimento, come quello di creare una piccola scorta di targhe per coprire le accelerazioni del mercato e i tempi morti creati dallo scambio di carte”.