“Per come sono stati formulati i decreti attuativi, il Jobs act è applicabile anche per i lavoratori pubblici”. Così il senatore di Scelta Civica, Pietro Ichino, ribalta le dichiarazioni del governo che – secondo il giuslavorista – alla vigilia di Natale ha consapevolmente cancellato il comma che esclude dal campo di applicazione il settore pubblico. Diversa l’opinione del ministro del Lavoro Poletti, secondo cui il Jobs act non si applica ai dipendenti pubblici, a meno che non intervengano norme di raccordo. L’incertezza così rimane, tanto più che Ichino è membro della commissione Lavoro del Senato che – insieme all’omologa della Camera – deve esprimere un parere obbligatorio, ma non vincolante, sui decreti attuativi del Jobs act. “E’ un fatto – dice Ichino a margine del convegno ‘La semplificazione del diritto del lavoro e il contratto a tutele crescenti’, organizzato dall’ordine dei commercialisti di Milano – che il governo il 24 dicembre abbia soppresso il comma. Il governo può anche cambiare idea, ma a me non risulta che a oggi sia stato deciso di reintrodurlo”. I consiglieri dell’ordine si dicono fiduciosi sulla possibilità che la riforma incentivi le opportunità di lavoro. Ma per voce di Marialuisa De Cia e Michele Pirotta sottolineano la necessità di avere “norme chiare e precise” e di “ridurre i tempi di attesa” di Luigi Franco
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