Dal 16 gennaio la società Atam ha interrotto il servizio di trasporto pubblico con una breve nota nella quale si fa riferimento a banali “motivi tecnici”. In realtà gli autobus sono privi della copertura assicurativa e trascorsi i 15 giorni di proroga dalla scadenza del contratto, i mezzi sono rimasti fermi al deposito
Manca l’assicurazione ai mezzi e Reggio Calabria rimane senza autobus. Dal 16 gennaio la società Atam ha interrotto il servizio di trasporto pubblico con una breve nota nella quale si fa riferimento a banali “motivi tecnici”. In realtà gli autobus sono privi della copertura assicurativa e trascorsi i 15 giorni di proroga dalla scadenza del contratto, i mezzi sono rimasti fermi al deposito. Non potranno più circolare e così l’Atam ha dato il ben servito a lavoratori e studenti che usufruiscono del servizio pubblico e dovranno attrezzarsi diversamente.(Foto dal sito dell’Atam)
Nessuna agenzia è disposta ad assicurare i mezzi dell’Atam e non sarebbe andato a buon fine neanche il tentativo di assicurare alcuni pullman per garantire i servizi essenziali, almeno gli scuolabus e i collegamenti con l’ospedale. “Atam Spa, – è scritto nella nota ufficiale della società – consapevole del disagio che arrecherà ai propri utenti, si scusa anticipatamente per il disservizio causato”.
Poche righe che non spiegano nulla ai cittadini ma dietro le quali si nascondono tutte le difficoltà economiche dell’azienda, diretta da Vincenzo Filardo fino al 2013 dopo che l’ex amministratore Demetrio Arena è diventato sindaco di Reggio nel 2010 alla guida del Comune sciolto, due anni più tardi, per infiltrazioni mafiose. Entrambi sono indagati dalla Procura della Repubblica che, nel marzo scorso, ha chiesto il fallimento dell’Atam, l’azienda che formalmente è una società per azioni privata, ma che di fatto è interamente nelle mani del Comune di Reggio Calabria che detiene l’intero pacchetto azionario.
La società oggi guidata dall’amministratore Antonino Gatto è sull’orlo del default. E mentre Demetrio Arena, dopo lo scioglimento per mafia, è stato premiato dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti (che lo aveva nominato assessore alle Attività produttive), i pm Stefano Musolino e Teodoro Catananti lo hanno iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta e omesso versamento degli oneri contributivi ai dipendenti dell’Atam. L’ingegnere Vincenzo Filardo, suo successore, invece, sarebbe indagato solo per il reato di bancarotta. L’udienza per il fallimento è stata rinviata al 18 febbraio quando i due pubblici ministeri si presentaranno in aula con una informativa della guardia di finanza secondo cui all’Atam vi sarebbe un consistente debito in qualche modo occultato da manovre di bilancio. E intanto il servizio di trasporto pubblico è un lusso che Reggio Calabria non può più permettersi.