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Trani: quella discarica che rischia di esplodere

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Sequestrata la discarica di Trani dai Noe su mandato della Procura della Repubblica. Il Pm Michele Ruggiero ha ipotizzato per gli indagati il reato di disastro ambientale aggravato.

La situazione era già stata sollevata in un nostro precedente post su ilfattoquotidiano.it,e dopo la chiusura è giunta l’indagine ed il sequestro della discarica. Tra i sedici indagati Luigi Nicola Riserbato, Sindaco di Trani dimessosi e tutt’ora agli arresti domiciliari per l’indagine “sistema Trani”, con capi altri capi d’imputazione. Insieme a lui l’amministratore unico Antonello Ruggiero membro dello stesso partito e l’assessore all’ambiente Giuseppe De Simone di Forza Italia.

Gli altri indagati sono tutti i membri del precedente cda e della precedente amministrazione. Indagato l’ex Sindaco ( Tarantini), l’ex Assessore all’ambiente e l’ex Ad Ing. Sotero. Indagati anche il responsabile della discarica ing. Zecchillo ed altri tecnici di reparto nonché i responsabili tecnici della Regione Puglia e dell’Ato competente territorialmente.

La vicenda sulla quale sta lavorando il Pm con i Noe dei Carabinieri di Bari, ha subito una accelerazione poiché dai dati dell’esperto nominato dal Tribunale, la situazione risulta essere pericolosa per la pubblica incolumità e per quella dei lavoratori. Infatti vi è un evidente rischio di esplosione della discarica poiché la massa di biogas provocata dai rifiuti e non captata crea enorme pressione e fuoriuscita di percolato determinando immissione in atmosfera e nel sottosuolo (in falda), di elementi altamente inquinanti. Si tratta di metano, anidride carbonica e metalli pesanti quali nichel, mercurio ed altri che attraverso il sottosuolo entrano nel ciclo alimentare. La situazione è davvero disastrosa e la cittadinanza che con diversi comitati ha lottato perché venisse fuori la verità oggi è pronta a costituirsi parte civile nel processo affinché i responsabili del disastro paghino l’enorme danno causato.

Gli effetti sono davvero pesanti: si pensi oltre a quelli sulla salute, incommensurabili, e anche quelli economici. I produttori tranesi non potranno avere il marchio bio e dovranno abbandonare le scelte di questi anni che li avevano portati ad investire nel turismo e nell’enogastronomia d’eccellenza. La Città sarà commissariata dal 20 gennaio ed i cittadini sono adirati verso una classe politica che ha dimostrato di trattare con superficialità e disinteresse le loro esigenze collettive quali la tutela dell’ambiente, la legalità, la sicurezza.

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