Ci sono contatti tra il Movimento cinque stelle e il giovane partito spagnolo Podemos di Pablo Iglesias. Tra differenze e somiglianze di programma, qualcosa si muove.
Non lo hanno urlato ai quattro venti, eppure i contatti ci sono. Beppe Grillo nell’ultima sua rocambolesca sortita al Parlamento europeo di Strasburgo, ha confermato che “ci sono contatti” visto che “i nostri programmi sono praticamente identici” a parte “la visione del debito pubblico”.
Affermazione a dire il vero non totalmente esatta, ma sta di fatto che i punti in comune sono innegabili: rifiuto delle misure di austerità, opposizione al fiscal compact, critiche alla Bce e alla burocrazia europea, maggior partecipazione popolare e così via.
Lo stesso Pablo Iglesias – leader della giovane formazione Podemos in testa ai sondaggi per le prossime elezioni spagnole – ha confermato la disponibilità al dialogo in conferenza lo scorso luglio.
E a Podemos Grillo sembra tendere la mano, anche alla luce del desiderio di “dare un orizzonte europeo al Movimento cinque stelle” con quelle formazioni che “ne condividono il programma”.
Una forte differenza è data tuttavia dall’euroscetticismo (nel senso di opposizione all’euro): Podemos – come il partito greco Syriza – non è contro la moneta unica, bensì esclusivamente contro le politiche economiche di austerità che sono state attuate negli ultimi anni. Grillo ha ribadito ancora una volta che per il M5S il referendum sull’euro è solo “l’inizio per iniziare un nuovo percorso europeo” visto che le richieste di cambiamento sollevate dal M5S in questi mesi sono state inascoltate – d’altronde pensava veramente che concetti come gli eurobond e il cambiamento dei parametri di Maastricht potessero risolversi in 6 mesi?
Sulla reputazione europea del Movimento cinque stelle pesa l’alleanza con l’Ukip di Farage. Grillo ai membri del movimento può raccontare quello che vuole, ma Farage in Europa ha una pessima reputazione, i motivi ormai sono noti (deregulation finanziaria, nucleare, negazione del cambiamento climatico, e tanto altro). Ecco che movimenti come Podemos sono a dir poco “diffidenti” nei confronti di “chi se la fa con l’Ukip”, nonostante il lavoro degli eurodeputati a cinque stelle sia apprezzato e stimato da molti.
L’eventuale dialogo con Podemos – come il lungo “t’amo ma non posso” con i Verdi – ha un’attrazione romantica per quei tanti membri e simpatizzanti del movimento che speravano una presa di posizione (alleanze incluse) del M5S più “di sinistra”, come direbbe Nanni Moretti, ma le etichette ideologiche al movimento non piacciono, questo lo sappiamo.
Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi. Una data è da segnare: 7 maggio 2015, elezioni britanniche. Per la prima volta l’Ukip avrà dei seggi al Parlamento inglese, e più di qualcuno a Bruxelles dà il leader Ukip Nigel Farage in partenza per Londra. Staremo a vedere.
@AlessioPisano
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