La decisione dell'ex segretario della Cgil dopo le presunte irregolarità durante le primarie riaccende lo scontro tra le diverse anime. Serracchiani: "Grazie ai voti del partito ora siede all'europarlamento". Burlando: "Ricostruzione della realtà non veritiera". Sel disposto ad appoggiare ex sindaco di Bologna
Sergio Cofferati lascia il Pd e nel partito scoppiano le polemiche. La decisione dell’europarlamentare è maturata dopo l’esito delle primarie liguri vinte dall’ex assessore regionale Raffaella Paita ha acceso le polemiche tra i democratici. Subito dopo il voto l’ex segretario della Cgil aveva denunciato gravi irregolarità. Oggi ha rincarato: “Di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare. Ho trovato inaccettabile il silenzio del mio partito, lo considero una vergogna”. Ma le parole dell’ex sindaco di Bologna scatenano subito gli esponenti renziani che lo accusano di ostacolare la vittoria alle prossime elezioni Regionali. Dal canto suo la minoranza dem risponde puntando il dito contro i vertici, “pronti a imbarcare con orgoglio la destra”. Stefano Fassina non usa giri di parole: “Renzi va verso poteri forti”. Ma a guardare con interesse quello che succede in casa Pd è anche Sinistra ecologia e libertà che si dice disponibile “a sostenere la candidatura di Cofferati”.
Questo lo scenario dopo il passo indietro dell’ex sindacalista, attaccato duramente dal governatore uscente Claudio Burlando che difende la “sua” candidata Raffaella Paita e attacca: “Non credo che Cofferati abbia dato una rappresentazione vera della realtà. Esponenti del centrodestra come Scajola e il senatore Rossi hanno sostenuto Cofferati e uno ha anche votato. I garanti, presieduti da Fernanda Contri, hanno annullato diversi voti, ma non le elezioni. Non stanno venendo fuori cose così gravi, ma problemi nelle procedure amministrative. Ben venga la Procura comunque, non abbiamo nulla da nascondere come credo che non ne abbia l’altra parte”. Poi avverte: “Unità o perdiamo le elezioni in Liguria”.
Sulla stessa linea Lorenzo Guerini, vicesegretario del partito: “Mentre il Pd è chiamato ad affrontare sfide nazionali come la scelta del capo dello Stato e locali come le elezioni regionali, bisogna mostrare il massimo attaccamento alla comunità: è il momento della responsabilità. La scelta di Cofferati non va in questa direzione e rischia di danneggiare il partito”. “Non si può far parte di una comunità politica dicendo: se vinco resto, se perdo me ne vado. Sono dispiaciuta – ha dichiarato Deborah Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia – ma è grazie ai voti del Pd che ora Cofferati si siede in uno scranno importante come quello dell’europarlamento”. Simile anche la reazione di Simona Bonafè: “Se non si ritrova con il Pd, partito che lo ha portato a Strasburgo, a questo punto oltre che lasciare il Partito democratico, si dimetterà anche da europarlamentare?”.
La risposta della minoranza di sinistra del Pd non si fa attendere. Gianni Cuperlo ha difeso la scelta dell’ex sindaco di Bologna: “L’uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra. È sbagliato e offensivo – ha continuato – liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all’esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del mio partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore”. Durissima la posizione di Pippo Civati: “Il Pd imbarca con orgoglio la destra (ligure e non solo) e perde molti elettori, tra i quali Sergio Cofferati. Diciamo che si tratta di un voto di scambio, come tanti in questi giorni: dentro la destra, fuori la sinistra”. “Sono cambiati i nasi, diciamo, rispetto alle primarie napoletane di qualche anno fa” ha scritto il deputato democratico sul suo blog.
La dura presa di posizione dell’ex sindacalista ovviamente non ha mancato di suscitare reazioni, favorevoli e contrarie. Tra i primi ad intervenire è Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel: “Sosterremmo convintamente Cofferati, ma non intendiamo tirarlo per la giacchetta. Certo se lui vorrà, saremmo entusiasti di portare avanti la sua candidatura“. Sulla stessa linea d’onda il capogruppo vendoliano alla Camera Arturo Scotto: “Addio Pd di Cofferati fatto politico enorme. Perché richiama i fondamentali: questione morale e antifascismo. Campana suona per tutti”. Alessandro Di Battista, del Movimento 5 stelle, ha commentato: “È il Pd 2.0, meno Cofferati e più Carminati!”.