“Là fuori sono già in festa, i caroselli per strada vanno avanti da giorni. E non hanno ancora cominciato a giocare”. Dalla finestra mister Paolo Berrettini si gode lo spettacolo delle barche sul fiume Congo. Di fronte a lui Kinshasa e alle sue spalle la valle dell’Ebola, un nome che oggi è doloroso pronunciare. Umbro classe ’48, Berrettini è a Brazzaville da un anno. É la fermata più meridionale di una carriera che era sbocciata negli anni ’90, quando fu chiamato a dirigere prima la Nazionale Dilettanti e poi, una dopo l’altra, le principali rappresentative giovanili azzurre. Momento più alto nel 2003, anno in cui si laureò campione d’Europa con l’Under 19. Lasciò la federazione nel 2006 e scelse l’Africa.

Dopo il Senegal ecco i suoi baffoni ricomparire nella Repubblica del Congo, dove guida le selezioni Under 17 e Under 20 nazionali. “La capitale, Brazzaville, è una città da quasi un milione e mezzo di abitanti: alle 17 la gente stacca dall’ufficio e se ne vanno tutti a casa – racconta, evocando uno stupefacente parallelo con Milano – In questi giorni invece c’è festa dappertutto, ci si diverte un sacco. In giro vedi ragazzi, donne e bambini vestiti da testa ai piedi con i colori della nazionale. La Coppa d’Africa è una competizione speciale, che appassiona e mobilita tutto il continente. Anche i tifosi delle squadra più scarsa partono convinti che questo sarà il loro anno, che vinceranno loro. E rimangono convinti fino alla fine”.

Venti giorni fa Berrettini è volato in Guinea, la sede della competizione, per il Cemac, trofeo dei principali paesi dell’Africa centrale. Ha trovato un paese ricco e preparato, forte del successo dell’organizzazione dell’edizione 2012. “Sono all’altezza della sfida – spiega Berrettini – La designazione last minute non dovrebbe inficiare il buon esito della manifestazione perché la Guinea ha le risorse per fare funzionare le cose. Malabo e Bata vantano due impianti stupendi, all’avanguardia”. Qui, come a Mongomo e Ebebiyin, incroceranno i tacchetti le 16 finaliste della Coppa. Quali sono le favorite per Paolo Berrettini? “Negli ultimi mesi le ho viste giocare tutte, dal vivo o in televisione. Dico Senegal perché durante le qualificazioni mi ha davvero impressionato. Nonostante il momento poco brillante non sottovaluto la Costa d’Avorio, che ha grandi nomi come Gervinho e Yaya Touré. Attenzione al Mali, squadra molto interessante”.

Per quanto riguarda la possibile sorpresa l’allenatore di Narni, provincia di Terni, torna a affacciarsi alla finestra. La sua Repubblica del Congo non si qualificava dal 2000 e vanta un solo titolo, nel 1972. Quest’anno è stata ripescata e se la vedrà nel girone con i padroni di casa della Guinea, il Burkina Faso e il Gabon. “Qua ovviamente credono che si possa arrivare fino in fondo – spiega l’allenatore italiano – La squadra gioca bene ed è giovane, tra i convocati ci sono quattro ragazzi che fanno parte della mia selezione Under 20. Il fuoriclasse siede in panchina e si chiama Claude Le Roy”. Il ct francese è all’ottava Coppa d’Africa, che vinse nel 1988 con il Camerun.

Una figura carismatica, allenatore globetrotter che è diventato leggenda per gli amanti del pallone a queste latitudini. Non aspira a tanto Berrettini, che si gode il lavoro con i giovani. La speranza è lanciare qualche talento che, grazie anche alla vetrina internazionale guineana, possa un giorno raggiungere l’Italia o altri campionati di prima fascia. Ultima questione: Ebola. “Questi mesi sono stati duri, ma secondo me l’emergenza è stata gestita tutto sommato bene dalle autorità – spiega – Non è un capitolo chiuso, né una questione rimossa. Per quanto riguarda il calcio, seppur io comprenda la rinuncia del Marocco perché la salute viene prima di ogni altra cosa, credo che la sicurezza sia garantita. Tutti i giocatori e i tifosi entrati in Guinea sono stati visitati. Il virus è sotto controllo”.

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