Le quotazioni giornaliere dei notisti politici sui maggiori quotidiani italiani: Berlusconi e Alfano punterebbero su Martino e Casini, Renzi anche su Amato, che però spaccherebbe il partito. Ancora in pista Prodi e Padoan
La sorpresa, oggi, è Nino Di Matteo, il pubblico ministero di Palermo. Secondo Repubblica (Francesco Bei-Goffredo De Marchis), nel Movimento 5 Stelle prende quota l’ipotesi di lanciare per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica il magistrato protagonista dell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Di più: “Emissari del direttorio hanno già contattato il pm per verificarne la disponibilità”. Attenzione, però. Anche “Sergio Mattarella resta in cima all’elenco dei papabili ed è sicuramente già stato sondato nei colloqui riservati”. Ma sarà una lotta dura, perché un altro uomo con il profilo giusto (vedere l’identikit tracciato dal premier Matteo Renzi per il Quirinale) è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che non risulterebbe scalfito dalla clamorosa vicenda del decreto governativo “Salva -Silvio”. Anzi, rassicurerebbe addirittura le Cancellerie di mezza Europa “perché la crisi non è finita e il voto in Grecia del 25 può riaprire i giochi”.
Su La Stampa, quotidiano che fino a ieri puntava le fiches sul governatore di Bankitalia Ignazio Visco (oggi sparito dall’orizzonte), Carlo Bertini rivela che i fedelissimi del premier starebbero facendo trapelare i nomi di Giuliano Amato e Sergio Mattarella. Quest’ultimo “sarebbe in grado di strappare il consenso di una sinistra che vedrebbe in lui una sorta di argine al Patto del Nazareno, visto i suoi trascorsi di ministro Dc dimissionario contro la legge Mammì sulle Tv”. Mentre “Amato rischia di spaccare il Pd, Mattarella meno”. Buone possibilità anche per il sindaco di Torino, Piero Fassino. Il premier Renzi “vedrebbe bene” pure lui, “gradito agli ex Ds e pare non sgradito neanche a Berlusconi”.
Quotazioni del Corriere della Sera. Berlusconi sarebbe “infastidito e preoccupato”, pronto addirittura ad incontrare l’ex delfino Angelino Alfano. Il leader di Fi e il ministro dell’Interno, secondo l’autore dell’articolo Francesco Verderami, “si preparano a condividere non solo i voti ma anche i veti, ragionando su una figura che possa essere una comune bandiera”. I nomi dei papabili? L’ex tessera numero due di Forza Italia, Antonio Martino, e l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini.
Franco Bechis su Libero, riportando il pensiero del senatore del Gal Paolo Naccarato, mette in pista Romano Prodi, Pier Luigi Bersani, e (di nuovo) Giuliano Amato. Per il quale il senatore del Pd Miguel Gotor starebbe facendo campagna saggiando il suo nome “con gli altri schieramenti”. “Io comunque”, giura Gotor, “voto lui”. Sempre Libero, una pagina prima, dove Elisa Calessi si sofferma soprattutto su due nomi: “I bersaniani, i civatiani, SeL e i grillini”, scrive, “stanno lavorando su Romano Prodi, i dalemiani, con pezzi di Forza Italia su Giuliano Amato”. Non manca (fortunatamente) nel borsino odierno dei candidati al Quirinale il nome di una donna, Anna Finocchiaro, senatrice democratica. Le sue quotazioni, almeno in un caso, sarebbero buone. “Tra i berluscones”, scrive infatti Mario Ajello sul Messaggero, “va fortissima”. Basterà per portarla al Colle?
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