Gennaio 2015, siamo nel secondo tempo per le elezioni del Quirinale, iniziato nell’aprile 2013. Ecco come mi comporterei se fossi nella compagine parlamentare del gruppo M5S: anzitutto, farei il possibile perché il mio gruppo determini l’elezione del nuovo Presidente assieme al Pd, nella consapevolezza che se i voti non vengono dal M5S, verranno da Forza Italia e da altri partiti meno rispettabili del mio. Diamo per scontato che il M5S sia un partito politico con l’obiettivo di migliorare le cose, non di perseguire il tanto peggio, tanto meglio, giusto?
Secondo obiettivo: cercherei di recuperare con questa occasione alcuni dei troppi espulsi e fuoriusciti dai miei gruppi: 23 fra deputati e senatori sono un numero da scissione, decisamente anomalo.
Terzo obiettivo: cercherei di cogliere due piccioni con una fava: un ottimo nuovo Presidente della Repubblica eletto con un largo margine ed entro i primi quattro scrutinii e… qualcosa d’altro. Per esempio? Proporrei al Pd e a Sel, Scelta Civica e Lega l’elezione di Pietro Grasso: magistrato, attuale Presidente della Repubblica supplente. In cambio di questa elezione liscia e sufficientemente di parte (ma anche neutrale, a suo modo, e senza dubbio pulita e innovativa, specie rispetto a certi nomi che si sentono in giro) proporrei al Pd e a Sel di eleggere con i miei voti il nuovo Presidente del Senato scegliendolo fra… uno dei miei stessi fuoriusciti, oggi dentro al Gruppo Misto. La figura di Luis Alberto Orellana sembra ideale e sarebbe di garanzia per tutti i gruppi parlamentari.
Come forza di opposizione avrei così ottenuto di aver contribuito a eleggere al Quirinale un uomo di cui mi fido e tener lontani i Veltroni e i Mattarella di cui non mi fido; poi avrei guadagnato a Presidente del Senato un uomo che ha iniziato il suo impegno dal M5S e che se n’è andato per dissensi politici. Questo potrebbe portare altri dissidenti a riconsiderare la loro scelta, e farebbe del M5S un king-maker di tutto rispetto. Una mossa così potrebbe perfino avere ripercussioni negative sul governo, e costringere il Pd a rivedere la sua insana politica di larghe intese fino al 2018. Politica che però, fin qui, ha la sola alternativa di andare a elezioni anticipate.
Naturalmente, io non sono fra i parlamentari M5S e loro non hanno interesse né a uscire dall’angolo dove si sono messi, né a concorrere davvero all’elezione del nuovo Presidente, meno che meno a recuperare il rapporto con i loro 23 fuoriusciti. Quindi, nulla di tutto questo succederà nei prossimi giorni.
Catalogo dei miei libri, incluso il nuovo romanzo Anelli di fumo