Secondo obiettivo: cercherei di recuperare con questa occasione alcuni dei troppi espulsi e fuoriusciti dai miei gruppi: 23 fra deputati e senatori sono un numero da scissione, decisamente anomalo.
Terzo obiettivo: cercherei di cogliere due piccioni con una fava: un ottimo nuovo Presidente della Repubblica eletto con un largo margine ed entro i primi quattro scrutinii e… qualcosa d’altro. Per esempio? Proporrei al Pd e a Sel, Scelta Civica e Lega l’elezione di Pietro Grasso: magistrato, attuale Presidente della Repubblica supplente. In cambio di questa elezione liscia e sufficientemente di parte (ma anche neutrale, a suo modo, e senza dubbio pulita e innovativa, specie rispetto a certi nomi che si sentono in giro) proporrei al Pd e a Sel di eleggere con i miei voti il nuovo Presidente del Senato scegliendolo fra… uno dei miei stessi fuoriusciti, oggi dentro al Gruppo Misto. La figura di Luis Alberto Orellana sembra ideale e sarebbe di garanzia per tutti i gruppi parlamentari.
Come forza di opposizione avrei così ottenuto di aver contribuito a eleggere al Quirinale un uomo di cui mi fido e tener lontani i Veltroni e i Mattarella di cui non mi fido; poi avrei guadagnato a Presidente del Senato un uomo che ha iniziato il suo impegno dal M5S e che se n’è andato per dissensi politici. Questo potrebbe portare altri dissidenti a riconsiderare la loro scelta, e farebbe del M5S un king-maker di tutto rispetto. Una mossa così potrebbe perfino avere ripercussioni negative sul governo, e costringere il Pd a rivedere la sua insana politica di larghe intese fino al 2018. Politica che però, fin qui, ha la sola alternativa di andare a elezioni anticipate.
Naturalmente, io non sono fra i parlamentari M5S e loro non hanno interesse né a uscire dall’angolo dove si sono messi, né a concorrere davvero all’elezione del nuovo Presidente, meno che meno a recuperare il rapporto con i loro 23 fuoriusciti. Quindi, nulla di tutto questo succederà nei prossimi giorni.
Catalogo dei miei libri, incluso il nuovo romanzo Anelli di fumo