Economia

Ras al-Khaimah, l’emirato paradiso fiscale che vuole attirare le aziende italiane

Il Paese ha una zona economica speciale a tassazione zero e con costi dal 25 al 50% più bassi rispetto a Dubai o Abu Dhabi. Il consigliere economico del governo: "Da noi niente terrorismo né delinquenza e società aperta. Le donne? Lavorano e possono girare a capo scoperto"

Zero tasse, nessun dazio e assunzioni flessibili. Altro che Jobs act. A Milano si presenta la Svizzera del Golfo – e promette numeri da bengodi per attrarre piccoli e medi imprenditori italiani verso la Rak Free trade zone. Si tratta di uno dei sette stati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, a due passi da Dubai e connesso con tutto il mondo. Peter J Fort, consigliere economico del governo dell’Emirato Ras Al Khaimah (Rak, appunto), è in questi giorni in missione per conto dello sceicco ed è intenzionato a trovare nuove imprese interessate a avviare un’attività negli Emirati: “Siamo al centro del mondo – spiega – dalla Rak si raggiungono in poche ore principali centri dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa e siamo una localizzazione estremamente interessante per la conquista dei nuovi mercati”. Oggi nella Rak operano 8.100 aziende provenienti da tutto il mondo e solo 120 di queste sono italiane. “Non abbiamo mai fatto attività di promozione in Italia, i nostri mercati di riferimento in Europa sono il Regno Unito, la Germania e la Francia. Gli imprenditori italiani che sono venuti da noi lo hanno fatto in autonomia, ma siamo qui perché crediamo che la presenza di italiani possa crescere notevolmente nei prossimi anni, fino a raddoppiare entro i prossimi”. Insomma, nell’emirato c’è posto per almeno altre 120 imprese italiane  e per raggiungere l’obiettivo Fort e il suo staff hanno incontrato Api, Camera di Commercio e altre organizzazioni imprenditoriali.

Oltre a promettere tassazione azzerata (e si parla di tutti i tipi di tasse, anche quelle sul lavoro), la zona economica speciale del Rak offre condizioni più vantaggiose rispetto agli altri emirati: “I nostri costi sono dal 25 al 50% più bassi rispetto a Dubai o Abu Dhabi – spiega ancora il responsabile della zona di libero commercio – si può aprire un’impresa nell’arco di 10 giorni e non ci sono obblighi sull’assunzione del personale, che può essere anche al 100% di provenienza del paese d’origine. Inoltre non c’è bisogno di un socio locale, la proprietà rimane totalmente in mano all’imprenditore”. Peter J Fort dipinge la Rak come un paradiso, con servizi di ogni genere per andare incontro alle esigenze di tutte le imprese: “Non mettiamo restrizioni di nessun tipo. Da noi sono benvenute aziende di qualunque settore, dalla cosmesi alle macchine utensili, c’è spazio per tutti e i tassi di crescita sono a due cifre”. “Non stiamo invitando a lasciare l’Italia – precisa Fort -, stiamo offrendo un’opportunità. Aprire una filiale da noi è il miglior modo di estendere il business nella nostra area geografica. Ormai non c’è modo migliore di fare business nell’area del Golfo. L’esperienza dice che non si può pensare di esportare senza esserci fisicamente”.

Insomma, con un investimento di poche migliaia di euro e qualche giorno di attesa alla Rak Ftz promettono di aprire le porte dell’eldorado dell’imprenditoria. Non sfuggirà però che il contesto internazionale non invita ad affacciarsi sul mercato arabo: “Sì, il Medio Oriente è instabile, ma è importante sottolineare che nei loro 43 anni di storia gli Emirati Arabi Uniti sono sempre stati il posto più sicuro dell’area. Non ci sono mai stati incidenti. Non c’è terrorismo, tutti si sentono sicuri e c’è uno dei più bassi tassi di delinquenza al mondo. Ras Al Khaimah è un posto tranquillo, il governo inoltre ha un atteggiamento molto aperto, e tutta la società è molto aperta: l’80% dei residenti sono stranieri e non ci sono le restrizioni vigenti in altri paesi dell’area. Praticamente si può fare tutto quello che si fa in Italia e questo vale anche per le donne, che lavorano, possono girare a capo scoperto, guidare esattamente come fanno in Italia o in altri paesi europei”.

Al fianco di Fort, in occasione del suo incontro con la stampa, anche un piccolo imprenditore francese attivo nel ramo del wellness che da qualche anno ha aperto una succursale nell’emirato: “Chiaramente consiglierei questa scelta a chiunque abbia interesse a sviluppare la propria attività in quel mercato – ha detto Bastien Gonziales -. Io l’ho fatto da 4 anni, spinto dal fatto che in Francia sta diventando sempre più difficile fare impresa, così come in Italia. Negli emirati ho trovato un ambiente efficiente, che mi permette un’estrema flessibilità in totale sicurezza, potendo mantenere il pieno controllo sul mio capitale. Ho appena chiuso un approfondito controllo fiscale di due anni in Francia, hanno provato a cogliermi in fallo, insospettiti da questa mia nuova attività, ma non hanno trovato nessuna irregolarità, perché è tutto legale. Rak offre una fantastica assistenza anche da questo punto di vista”. Insomma, un paradiso. A prova di fisco.