Fonti vicine all'organizzazione sciita libanese - riprese dai media israeliani - hanno confermato che nel raid ha perso la vita un comandate delle forze sul settore siriano, figlio di un ex capo dell’ala militare dei miliziani sciiti
Tornano a infiammarsi le alture del Golan, dove sul versante siriano un’unità dei miliziani sciiti è stata centrata da due razzi partiti da elicotteri israeliani da combattimento. Il bilancio delle vittime è compreso fra 9 e 11: in parte libanesi, in parte iraniani. Spicca comunque il nome di Jihad Mughnyeh, 21 anni. E’ il figlio di Imad Mughniyeh, storico comandante militare degli Hezbollah ucciso nel 2008 a Damasco in una esplosione attribuita dai suoi compagni ad Israele.
Nelle file degli Hezbollah Jihad Mughnyeh era soprannominato ‘Il Principè e la sua carriera militare (ancora agli inizi) era seguita personalmente dal leader dell’organizzazione, Hassan Nasrallah, che fungeva ormai da padrino. Di recente gli era stato affidato il comando di una brigata nel Golan siriano, a ridosso delle linee israeliane. Secondo quanto ha riferito al Manar, l’emittente degli Hezbollah, la sua unità è stata colpita dai razzi israeliani mentre si trovava in perlustrazione nel villaggio di Mazrat al Amal, in prossimità di Kuneitra, la capitale siriana del Golan. In linea d’aria: a pochi chilometri dalle postazioni israeliane nelle alture occupate.
In Israele, sull’episodio, c’è grande riserbo. La radio militare si limita a confermare che l’aviazione israeliana ha sferrato un attacco e la tv statale aggiunge che ha così ”sventato un attentato”. Da più parti si afferma che sul terreno c’erano esponenti delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Fra i nomi delle vittime, oltre a Mughniyeh jr., figurano comandanti locali Hezbollah (Abu Issa e Hazem Raed) e un ufficiale di nome Abu Ali Tabtebay che potrebbe essere iraniano.
Il sito israeliano di intelligence Debka avanza la ipotesi che quella unità stesse ispezionando il terreno alle ricerca di località indicate per collocare missili terra-terra capaci di colpire in profondità Israele. Missili del genere, a quanto risulta, sono da anni disposti nel Libano sud: ma adesso Hezbollah vorrebbe estendere la propria capacità offensiva anche al Golan siriano.
“Ormai il fronte libanese e quello siriano sono per noi tutt’uno”, ha detto alla televisione israeliana di Stato una fonte militare. Proprio oggi soldati israeliani e libanesi si sono affrontati in un villaggio di frontiera. Da parte libanese si apprende che gli Hezbollah hanno elevato lo stato di allerta lungo il confine con Israele. L’aviazione israeliana, da parte sua, ha intensificato i voli di ricognizione. “Nasrallah non potrà tacere a quanto avvenuto oggi e reagirà”, concordano diversi analisti israeliani. Potrebbe colpire al confine Nord di Israele o anche – come già in passato – contro obiettivi israeliani o ebraici sparsi nel mondo.