Un incontro per definire una strategia comune, ricompattare il fronte dei moderati, rimarginare gli strappi in Forza Italia e andare martedì a trattare con Matteo Renzi forte del peso dei voti del suo partito uniti a quelli di tutta l’area centrista. Con la partita del Colle che è entrata nel vivo, nella serata di lunedì Silvio Berlusconi ha incontrato Angelino Alfano a Milano. Contano solo i numeri e il Cav, che non si fida dei renziani quando i giochi si faranno duri la prossima settimana al Parlamento in seduta comune, pensa a una rosa di candidati condivisi con l’ex delfino per sparigliare e costringere Matteo Renzi a scoprire le carte. La mossa, raccontano, sarebbe stata preparata in questi giorni e ufficializzata nel vertice di oggi, che sancisce di fatto la riconciliazione tra i due leader, almeno nella battaglia per il Quirinale.
“Con Berlusconi abbiamo deciso di unire le forze del Ppe per condividere la scelta di un candidato presidente della Repubblica di area moderata e non del Pd’’, annuncia Alfano al termine della riunione con l’ex premier in Prefettura e precisa: “Si tratta di un’intesa sul metodo”, che si tradurrà in un nuovo colloquio “nei prossimi giorni per indicare un nome”. Forza Italia e Area Popolare, insieme, valgono circa 250 grandi elettori e sono determinate a dire la loro per la scelta del successore di Giorgio Napolitano. Se Renzi non scopre il suo nome, allora noi presenteremo il nostro, così sarà costretto a trattare con noi, sarebbe stato il ragionamento di Berlusconi e il leader Ncd. Già circolano i ‘quirinabilì di profilo moderato che il presidente di Fi e l’ex segretario del Pdl vaglieranno in questi giorni. Tra questi, Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Dalla rosa di nomi, probabilmente tre, uscirà quello che meglio potrà garantire tutti: questo è l’obiettivo di Fi e Ncd.
Un incontro in territorio neutro (la prefettura di Milano) allargato ai vertici centristi e azzurri: Lupi, Cesa e Quagliariello mentre per Forza Italia, Giovanni Toti e Niccolò Ghedini. L’obiettivo è quello di poter mettere insieme i voti di tutto il centrodestra (Berlusconi ha avuto contatti anche con Matteo Salvini) per poi trattare con Renzi il candidato alla presidenza della Repubblica. Il Cavaliere domani mattina presto vedrà il presidente del Consiglio per discutere non solo di Quirinale ma anche di riforme alla vigilia delle votazioni in Senato sull’Italicum.
Parallelamente però, l’ex capo del governo ha bisogno di ricompattare il suo partito. Dopo l’incontro con il capo del governo, il Cavaliere ha in programma una riunione con i senatori (manca però la convocazione ufficiale) mentre il giorno successivo alle 16 vedrà i deputati. In agenda poi il comitato di presidenza del partito. La situazione però dentro Fi è tutt’altro che risolta perchè se è vero che con Renato Brunetta è tornato il sereno dopo le polemiche dei giorni scorsi, Berlusconi deve fare i conti con i frondisti guidati da Raffaele Fitto. L’eurodeputato domani sarà nella Capitale ed al massimo mercoledì incontrerà di nuovo il Cavaliere per tentare di trovare un accordo che consenta agli azzurri di presentarsi compatti alle votazioni per il Colle. Parallelamente alla partita sulla presidenza della Repubblica però c’è anche quella sulle Riforme. A palazzo Madama riprende il cammino della legge elettorale, mentre alla Camera il voto sull’articolo 1 del testo delle Riforme fotografa un partito comunque tutt’altro che unito: 13 i voti contrari, 24 quelli a favore e 28 i deputati azzurri assenti.