Le analisi svolte sul corpo del procuratore federale hanno stabilito che il colpo di pistola che lo ha ucciso non sarebbe stato sparato dall'uomo. Gli inquirenti, adesso, seguono con più decisione l'ipotesi dell'omicidio. In Argentina, intanto, scoppiano le rivolte anti-Kirchner
Prende campo l’ipotesi dell’omicidio nel caso sulla morte di Alberto Nisman, il procuratore federale che stava indagando sul presidente argentino, Cristina Kirchner, e trovato morto nel bagno della sua abitazione di Buenos Aires, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Le analisi svolte sul corpo, riferisce la responsabile dell’inchiesta, Viviana Fein, non rilevano tracce di polvere da sparo sulle mani e sulle braccia del procuratore, elemento che indebolisce l’ipotesi che si sia trattato di un suicidio. Nell’appartamento di Nisman è stata ritrovata la pistola calibro 22 con la quale, si presume, è stato ucciso l’uomo, ma agli investigatori mancano ancora indizi per stabilire le dinamiche dell’accaduto.
Il procuratore federale è stato trovato morto nella sua abitazione, nel quartiere di Puerto Madero, dalla madre, proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto riferire in Parlamento sulle indagini alla presidenta Kirchner. L’accusa che Nisman aveva mosso nei confronti del capo dello Stato era quella di aver insabbiato il coinvolgimento dell’Iran nell’attentato al centro ebraico di Buenos Aires del 1994 nel quale morirono 85 persone e altre 200 rimasero ferite. Secondo i quotidiani locali, i documenti con le informazioni raccolte dal procuratore federale sarebbero ancora sulla scrivania dell’uomo, comprese le registrazioni tra autorità iraniane e servizi segreti argentini che, a detta di Nisman, dimostrerebbero l’esistenza di un accordo tra i due Paesi che prevedeva la copertura dei sospetti da parte dell’Argentina in cambio di un aumento dei commerci bilaterali e di un favorevole scambio tra petrolio e grano. Questo accordo si sarebbe trovato solo diversi anni dopo l’attentato, visto che la Kirchner si è insediata nel 2007.
Proteste contro la Kirchner
Intanto nel Paese sono state organizzate numerose manifestazioni di protesta contro la Presidenta, al grido di “Todos somos Nisman” o “Yo soy Nisman“, sulla scia dei messaggi di solidarietà in tutto il mondo nei confronti del giornale satirico Charlie Hebdo. Partite da Buenos Aires, in cui hanno toccato anche il quartiere Olivos, dove ha sede la residenza della Kirchner, le proteste si sono rapidamente diffuse anche nelle piazze di Cordoba, Rosario, Mar de Plata e altre città argentine. La richiesta dei dimostranti è quella di fare chiarezza sulle circostanze legate alla morte del procuratore che indagava sul governo.