Ma mi faccia il piacere, la rubrica di Marco Travaglio sul Fatto del Lunedì
Ma mi faccia il piacere, la rubrica di Marco Travaglio sul Fatto del Lunedì
Gioco di squadra. “Voglio ringraziare i servizi di intelligence, l’unità di crisi della Farnesina e tutte le autorità che hanno portato a un risultato importantissimo con un gioco di squadra” (Paolo Gentiloni, Pd, ministro degli Esteri, alla Camera sulla liberazione delle cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, 16-1). Uno contava i soldi, l’altro li fascettava, l’altro li portava.
Il giorno della Liberazione. “Napolitano: sono contento di tornare a casa” (la Repubblica, 14-1). Sapessi noi.
Andamento lento. “Renzi: in Europa qualcosa si muove” (Corriere della Sera, 14-1). Non t’eccitare, Matteo: è il rigor mortis.
Levàtele il vino. “Ho presentato un’interrogazione sul Prosecco, eccellenza vera di questa terra” (Alessandra Moretti, Pd, candidata a governatore del Veneto, 9-1). Pronta la risposta del governo: “È un vino bianco”.
Dovere di cronaca. “C’era anche Briciola all’addio di Giorgio Napolitano nel cortile d’onore del Quirinale. La mascotte della fanfara del Reggimento a cavallo dei Carabinieri, una simpatica cagnolina trovatella, si è fatta notare nella cerimonia di uscita del presidente. Briciola girava infatti con discrezione nel cortile d’onore con una vistosa pettorina rossa con il simbolo dell’Arma” (Ansa, 14-1). Agenzia Sticazzi.
Je suis Angelinò. “Anche Roma alza l’allerta: ‘Attivate cellule dormienti’” (il Giornale, 11-1). Poi il cessato allarme: era il cervello di Alfano.
Je suis Obi-Wan Kenobì. “Nelle parole di Napolitano la cautela diventa forza” (La Stampa, 12-1). Che la forza sia con te.
Je suis San Francescò. “Nella visione di Napolitano i conflitti interni si superano guardando a tutto il mondo” (La Stampa, 13-1). Dovevate vederlo, mentre parlava agli uccelli e al lupo di Gubbio.
Je suis Lorenzin. “Sul fumo nei film nessun divieto, ma ai registi dico: siate responsabili” (Beatrice Lorenzin, Ncd, ministro della Salute, la Repubblica, 16-1). Massimo una sigaretta, possibilmente bucata.
Je suis Arsène Lupin. “Ecco il numero di Charlie con le vignette sulla strage” (il Giornale, 14-1). In segno di lutto, Sallusti ruba le vignette agli amici dei morti ammazzati.
Je suis écervelé. “Vanessa e Greta sesso consenziente con i guerriglieri. E noi paghiamo!” (Maurizio Gasparri, Twitter, 18-1). E dire che lui dovrebbe saperlo che vuol dire “consenziente”.
Fuori pericolo. “Allarme di 400 scienziati: ‘L’intelligenza artificiale può distruggere l’uomo’” (la Repubblica, 14-1). Molto meglio l’idiozia naturale.
Je suis Sherlock Holmes. “Misure speciali per nemici speciali: ARRESTIAMOLI” (Panorama, copertina sulle stragi di Parigi, 21-1). Idea originale, nessuno ci aveva mai pensato prima.
Je suis Clouseau. “Non bisogna affidare ai giudici la lotta a Isis e Al Qaeda” (Davide Giacalone, Libero, 14-1). Ci pensi tu?
Je suis théologien. “Nel Vangelo è scritto che le donne sono inferiori e che debbono portare il velo. Dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi…” (F.F., Libero, 16-1). Quindi, per capirci: è scritto nel Vangelo o nella lettera ai Corinzi?
Si fa presto a dire Ferrara. “Dio non è come Allah: alcuni dei suoi seguaci teorizzano la violenza” (Luigi Negri, vescovo ciellino di Ferrara, il Giornale, 10-1). Nel senso: vescovo di Giuliano Ferrara.
Fuoco amico. “Guai a cedere alla tentazione dell’harem” (Paolo Granzotto, il Giornale, 11-1). Povero B., gli rema contro pure il suo Giornale.
Divino Amore/1. “E poi c’è la vecchina, 89 anni, ossa fragili ma scorza che pare di quercia: ‘Orfana giovanissima, lavoro da quando avevo 16 anni; dalle 5 del mattino alle 9 di sera. Anche adesso vado ad aiutare un’anziana, poverina: le faccio la spesa. Ho sulle spalle ho figlio e un nipote, entrambi disoccupati. La mia pensione? 585 euro’. Commovente. E il Cavaliere prende il microfono: ‘Propongo una sottoscrizione per aiutare la signora. Comincio io con 20mila euro’. Applausi scroscianti e diluvio di selfie, al coro di ‘Sil-vio! Sil-vio!’” (il Giornale sul comizio di Berlusconi al santuario romano del Divino Amore, 15-1). Slurp.
Divino Amore/2. “Ora Bersani rilancia Prodi: ‘Ma non certo per bruciarlo’” (La Stampa, 9-1). Meglio sparargli: è più sicuro.
Malattie. “Bertolaso smentisce i rumors: ‘Niente politica (con Forza Italia, ndr), mi occupo di Ebola” (il Giornale, 13-1). Che, come virus, è un po’ meno letale.
Itterizia. “Gli esuli: ‘Fidel è morto’, ma all’Avana è giallo” (il Giornale, 10-1). Problemi al fegato?
Che due marò. “Marò, l’accusa della Nia (l’Agenzia investigativa indiana, ndr): ‘Fu vero e proprio omicidio’” (La Stampa, 10-1). Pare infatti che, per i due pescatori indiani ammazzati a fucilate, si sia trattato di vera e propria morte.
Grande grande grande. “Grande personalità per il Colle” (Matteo Renzi, presidente del Consiglio, La Stampa, 14-1). Quindi la importiamo dall’estero?
Il parco delle rimostranze. “Domenica scorsa indicai come eventuali candidati accettabili per il Quirinale alcune personalità che rappresentano ciascuna a suo modo un alto livello di qualità. M’accorsi il giorno dopo che ne avevo dimenticata una: quella di Giuliano Amato. Lo faccio ora, anche perchè non ho avuto da lui alcuna rimostranza” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 11-1). Uahahahahahahahah.
Largo ai giovani. “Anche Eugenio Scalfari è una persona all’altezza per il Colle” (Roberto Vecchioni, la Repubblica, 16-1). Sarebbe perfetto: ha appena un anno più di Napolitano.
Il Fatto Quotidiano, Lunedì 19 gennaio 2015