Il Parlamento vuole Romano Prodi. Ecco la sorpresa che spunta da un sondaggio realizzato da  ifattoquotidiano.it su un campione di cinquanta grandi elettori, deputati e senatori, che rispecchia le percentuali dei consensi ottenuti dalle forze politiche alle ultime elezioni del 2013. Nonostante lo sfregio dei 101 franchi tiratori del Partito democratico che nel 2013 affondarono la sua candidatura e la lontananza dalla politica attiva, il Professore rimane in cima alla lista delle preferenze dei parlamentari, riemergendo come se nulla fosse dalla catastrofe quirinalizia di diciannove mesi fa. Segno di una credibilità consolidata, ma anche, chissà, della voglia matta dei franchi tiratori annidati in tutti i partiti, scontenti dell’andazzo e pronti a utilizzare nel segreto dell’urna il nome del Professore per sbarrare la strada ai candidati che il Patto del Nazareno proverà a mettere in campo. Sul nome dell’ex premier ed ex presidente della Commissione europea convergono i voti di 10 grandi elettori del nostro campione, esponenti di una larga area che va dai democratici – hanno votato Prodi, bersaniani, civatiani e persino qualche dalemiano – a Sinistra Ecologia Libertà (Sel) al Movimento 5 Stelle (due i voti ottenuti tra i grillini).

ANNA DEI MIRACOLI Al secondo posto, medaglia d’argento nel nostro sondaggio, con un importante segnale d’attenzione per la bistrattata questione di genere, compare Anna Finocchiaro (sette grandi elettori per lei). L’ex presidente dei senatori del Pd, siciliana ed ex magistrato, pare avere le carte in regola per essere la prima donna a scalare il Colle del Quirinale. I feroci scontri con il premier Renzi per la sua cruenta rottamazione sembrano ormai un ricordo. Addolcendo i toni, pilotando dalla presidenza della Commissione Affari costituzionali i percorsi della legge elettorale e dell’abolizione del Senato e guidando nei meandri parlamentare la giovane Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, la bella Anna sembra aver fatto breccia anche nel cuore del premier e dei suoi seguaci. Per lei, votano infatti, i renziani, gli ex Ds, i parlamentari del gruppo Misto, più una serie di forzisti.

RODOTA’ A 5 STELLE Scorrendo la classifica, la medaglia di bronzo spetta a Stefano Rodotà (sei grandi elettori), sul quale puntano gran parte dei parlamentari pentastellati sondati dal fattoquotidiano.it. Al momento, il giurista appare fuori dai giochi per lo scarso apprezzamento mostrato da Silvio Berlusconi e Forza Italia, quindi molto lontano dalle logiche del Patto del Nazareno. Ma nel clima di incertezza che potrebbe impadronirsi del Parlamento per le imboscate dei franchi tiratori, il nome di Rodotà potrebbe anche risultare utile per ricompattare il centrosinistra e allargare il fronte al M5s. Magari, aprendo scenari inediti su quel governo del “cambiamento” sul quale provò a scommettere, fallendo, l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani all’indomani delle ultime elezioni.

CASINI ENTRA IN AREA Fuori dal podio, a poche lunghezza da Rodotà, ecco il centrista Pier Ferdinando Casini (cinque i voti ottenuti). L’attuale presidente della Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama risulta gradito alla cosiddetta Area Popolare (Ncd-Udc) e a una quota di forzisti. E non è un dettaglio di poco conto, visto che, secondo i rumors di Montecitorio, al momento giusto l’amico Berlusconi potrebbe anche decidere di puntare le sue fiches proprio sull’ex presidente della Camera, ad Arcore definito il candidato della “riappacificazione nazionale”.

MASSIMO RANCORE Scendendo la classifica spuntano i nomi degli altri personaggi importanti che hanno ricevuto il gradimento dei grandi elettori sondati dal fattoquotidiano.it: Giuliano Amato, Sergio Mattarella, Massimo D’Alema e Gustavo Zagrebelsky: per loro, tre grandi elettori a testa. Amato, piccola curiosità, colleziona consensi all’interno di Forza Italia, ma non tra i democratici. Il giudice costituzionale Mattarella, ex ministro e vicepresidente del Consiglio, padre del sistema elettorale che porta il suo nome (Mattarellum) e che non pochi vorrebbe riesumare al posto dell’Italicum in caso di elezioni anticipate, prende invece voti solo tra i rappresentanti del Pd, mentre D’Alema incassa due voti dai forzisti e uno solo dagli “amici” del Pd, che non pare lo amino molto. E l’ex magistrato Zagrebelsky? Per lui, pieno di voti tra i i parlamentari del M5S.

TUTTI PER UNO Infine, la coda della classifica. A due voti (ambedue grillini) si ferma il magistrato Roberto Scarpinato, sul quale convergono due parlamentari del M5s. Con un solo voto a favore si piazza invece un nutrito drappello comprendente la radicale Emma Bonino; il presidente della Bce, Mario Draghi; il patron di Esselunga, Bernardo Caprotti; l’ex arbitro di calcio Paolo Casarin; l’ex segretario del Pd Walter Veltroni; il braccio destro di Silvio Berlusconi, Gianni Letta; l’ex presidente del Senato Franco Marini e il suo successore Pietro Grasso, capo dello Stato supplente dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano.

Twitter: @GiuseppeFalci

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