Grande momento per la gastronomia ligure. A pochi giorni dalla conferma dell’ingresso della focaccia di Recco con formaggio tra le specialità ad Indicazione Geografica Protetta (IGP) riconosciute dall’Unione Europea, arriva infatti la notizia che un’altra delle prelibatezze della stessa regione, il pesto genovese al mortaio, punta ancora più in alto.
Questo classico condimento per primi piatti, che dalla Liguria è andato alla conquista delle tavole di tutta Italia per divenire un tesoro gastronomico nazionale, si candida infatti ad entrare nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Un progetto che, se coronato da successo, porterebbe a sette i beni intangibili italiani contenuti in tale lista sui 364 totali. Due di quelli attualmente già presenti, la dieta mediterranea e la vite ad alberello di Pantelleria, sono a loro volta legati al mondo dell’alimentazione; insieme ad essi l’Italia può contare sull’opera dei Pupi, il canto a tenore, le macchine votive a spalla e all’arte del violino a Cremona.
Dietro alla candidatura del pesto c’è un importante sostegno delle istituzioni locali. I primi a promuovere il progetto sono stati infatti la Regione Liguria e il Comune e la Camera di Commercio di Genova, con molteplici obiettivi oltre a quello strettamente legato al prestigioso riconoscimento. Il successo della candidatura potrebbe infatti essere utile a contrastare gli abusi di identità e genuinità del pesto genovese, a rinforzare la tradizione dell’uso familiare della tecnica a mortaio e a favorire le azioni di contrasto all’inquinamento dei valori storici e culturali e delle particolarità gastronomiche della Liguria. Infine tale percorso diventerebbe uno strumento di promozione del territorio ligure anche in vista di Expo 2015. Prima tappa dell’iniziativa è l’approdo nella “tentative list” per poter accedere ai meccanismi di selezione del Comitato intergovernativo dell’Unesco.
La richiesta di “cultural heritage” sarebbe motivata da due principali qualità del pesto al mortaio: da una parte il suo essere un patrimonio etno-antropologico tipico della Liguria; dall’altra l’essere un cibo naturale di alta qualità e salubrità parte di quella dieta mediterranea il cui valore è già stato riconosciuto dall’Unesco.
La procedura, con tutta la documentazione necessaria, prevede la mediazione e l’intervento dello Stato (tramite i ministeri competenti dei Beni Culturali e dell’Agricoltura), la più vasta adesione possibile di enti pubblici territoriali e il massimo coinvolgimento delle comunità locali organizzate in istituti, gruppi o associazioni culturali. Rispetto ad altre richieste nazionali e internazionali è stato giudicato di grande valore il fatto che le amministrazioni locali sostengano già da tempo la tradizione del pesto al mortaio, in particolare attraverso il Campionato mondiale di pesto genovese, che da sette anni ne diffonde con successo la cultura nel mondo, con una dinamica in linea con la filosofia di sensibilizzazione insita nell’azione dell’Unesco.