Già a settembre Rupert Murdoch aveva bollato "antiquato" lo spazio dedicato alle bellezze femminili inglesi che potrebbe essere rimpiazzato dalla pubblicità, visto che anche il giornale popolare sta vivendo un notevole calo di vendite
Una tradizione che ha fatto felici, in quasi 50 anni, milioni di uomini britannici, una certezza quotidiana che ora viene a mancare, togliendo anche un motivo di lamentela a chi odia il giornalismo britannico dei tabloid. Il The Sun, giornale di Rupert Murdoch, ha deciso di smetterla con seni al vento, lingerie in bella mostra e lati “B” in risalto. La pagina 3, vanto del tabloid da 44 anni, è giunta a un termine e non verrà più pubblicata.
Così lo spazio quotidiano per le bellezze inglesi – ogni giorno una ragazza diversa, alla quale venivano anche attribuite improbabili dichiarazioni sulla politica e sulla grande cronaca – sparisce, forse per sempre, e sparisce proprio per volontà di quel Rupert Murdoch che ha contribuito a renderlo famoso. Il tycoon australiano-americano-inglese, chiamato spesso “lo squalo”, già lo scorso settembre aveva definito la pagina 3 “antiquata”. Ma è molto più probabile che dietro la scelta di questi giorni ci siano delle bieche ragioni commerciali. Gli inserzionisti forse non gradiscono più quelle forme femminili spiattellate su carta stampata, non siamo più negli anni Ottanta e Novanta, il moralismo è tornato a imperversare anche al di qua della Manica. Il mercato pubblicitario non sta vivendo momenti d’oro nemmeno del Regno Unito, Paese
tuttavia in crescita economica. Perché, quindi, non accontentare la platea di chi compra spazi sui giornali?
Il Sun, giornale molto popolare e spesso giudicato di cattiva qualità, è in realtà un campione di successi giornalistici. Al di là dei tanti scoop e rivelazioni che comunque negli anni è riuscito a fare, è appunto un maestro nelle vendite. Ai tempi d’oro venivano stampate anche tre milioni di copie al giorno e pochissime di queste rimanevano nelle edicole. Oggi il numero di copie si è praticamente dimezzato, ma comunque nei giorni di grandi notizie e soprattutto di grandi fatti di cronaca – il pianeta dei tabloid adora soprattutto lo splatter e gli intrighi a sfondo sessuale – si arriva facilmente ai due milioni di copie al giorno. Ora, appunto, da parte del cavallo di battaglia di Murdoch, un passo indietro moralizzatore. In tempi di guerra al sessismo e di “politically correct”, le donne quasi nude non fanno più audience. Avranno sicuramente gli “aficionados”, ma ormai non si può più rischiare di apparire come beceri e, appunto, come aveva detto il tycoon, antiquati.
Intanto, esultano le femministe e le associazioni contro il sessismo. Una recente petizione online contro la pagina 3 è arrivata a raccogliere più di 200mila firme, coinvolgendo anche numerosi parlamentari di tutti gli schieramenti, celebrità, grandi uomini d’affari e personalità influenti del mondo dello spettacolo. Era stato fondato anche un comitato, due anni fa, che in questi ultimi 24 mesi ha lottato in tutte le sedi per far cambiare idea al Sun. Spinto dalle pressioni, il tabloid già da qualche tempo aveva smesso di pubblicare le foto di donne nude durante il fine settimana, soprattutto la domenica, forse per non disturbare lo zoccolo duro dei lettori più conservatori, quelli che nel “giorno del Signore” vanno a messa. Inoltre, già da qualche tempo, non si vedevano seni al vento anche nei giorni di grandi notizie drammatiche o di, per esempio, notizie su gravi attacchi terroristici.
L’azienda editoriale, già finita nello scandalo intercettazioni e che per questo aveva dovuto abolire l’antichissima testata di News of the World (che era la versione domenicale del Sun ma con una diversa redazione), aveva anche dovuto pensare, due anni fa, ai lettori d’Irlanda, dove esiste un’edizione locale ma dove la Chiesa cattolica ha un peso fortissimo, forse più che in Italia. Sull’isola di smeraldo è impossibile trovare foto intrise di erotismo sul Sun dal 2013. Gli inserzionisti ringraziano. I cattolicissimi cugini d’Irlanda, soprattutto se maschi, forse un po’ meno.