Dall’impugnazione sull’accertamento di non conformità di Banca Carige fino alla maximulta affibbiata al futuro socio Telecom, Vincent Bolloré, passando anche per le sanzioni pecuniarie inflitte alla rampolla dei Ligresti, Jonella, fino a quelle per l’ex ad di Fonsai, Emanuele Erbetta. Sono oltre centocinquanta le delibere che la Consob ha approvato fra il 16 dicembre 2013 e il 14 giugno 2014 con due soli componenti, il presidente Giuseppe Vegas, il cui voto vale doppio in caso di parità, e il commissario Paolo Troiano. Atti che, alla luce di una recente sentenza del Tar sul caso del funzionario Consob Marcello Minenna, potranno creare un certo imbarazzo alla commissione e potenzialmente anche un danno economico in un eventuale procedimento risarcitorio in sede civile contro l’autorità guidata da Vegas. Chi infatti si sentisse in qualche modo leso dalle delibere prese dalla Consob in quell’arco temporale potrà contare sul precedente della sentenza dei giudici amministrativi romani, che hanno stabilito la nullità della delibera n. 18822 del 7 marzo 2014 perché in Consob è stata “violata la regola della collegialità”.
La delibera in questione riguarda sanzioni disciplinari a carico di Minenna, capo dell’Ufficio analisi quantitative, che una manciata di mesi prima si era scontrato con Vegas sulla valutazione dei derivati in pancia a Unipol. A Minenna è imputata la violazione di alcune disposizioni interne sui dipendenti. Secondo la ricostruzione del Corriere della sera, la delibera è passata con il voto contrario motivato di Troiano e il doppio voto favorevole di Vegas. Per Minenna è scattata così la sanzione che prevede la decurtazione di un quinto dello stipendio per sei mesi. Il funzionario ha fatto appello al tribunale amministrativo e, alla fine, il Tar gli ha dato ragione.
La palla passa ora nuovamente a Consob, che potrebbe decidere di appellarsi contro la sentenza a favore del funzionario autore del dossier tecnico in cui emergeva il buco dei derivati Unipol su cui sta indagando la Procura di Milano. All’epoca la relazione di Minenna non fu presa in considerazione dalla Commissione. E il collegio, con il voto doppio di Vegas, quello contrario dell’ex commissario Michele Pezzinga e l’astensione di Troiano, decise di non domandare rettifiche a Unipol, allineandosi con la proposta di Angelo Apponi, già capo della divisione informazione emittenti, descritto nelle carte dell’inchiesta Unipol-Fonsai come l’uomo dell’autorità che tiene i rapporti Mediobanca. Lo stesso Apponi che è stato appena nominato direttore generale di Consob con una delibera che ha tutti i crismi della “legalità” perché può contare su tre commissari dopo l’ingresso in Consob a giugno della renziana Anna Genovese.