Dopo la difesa, l’attacco. In Lega Pro è guerra senza quartiere fra Mario Macalli, presidente in carica “sfiduciato” dalla mancata approvazione del bilancio 2014, e il fronte dell’opposizione, guidato da Francesco Ghirelli e Gabriele Gravina, ex dg e vicepresidente. Tra carte bollate e il coinvolgimento della Figc, la Lega è nel caos da settimane. E il confronto a distanza prosegue anche su ilfattoquotidiano.it. Alle dichiarazioni di Macalli, che aveva accusato gli avversari di “giocare sporco” e tramare alle sue spalle per interessi personali, replica Ghirelli, per cui è in corso un “sovvertimento della democrazia”. Stesse domande, risposte differenti, per una versione diversa dei fatti.
Lei e Macalli avete lavorato insieme per anni, tessendo l’uno le lodi dell’altro. Poi la rottura. Cos’è successo veramente?
Abbiamo lavorato bene, portando a casa anche risultati importanti come la riforma del campionato. Ma a un certo punto mi sono accorto di alcune criticità nella gestione amministrativa della Lega. Il 5 settembre ho presentato al consiglio direttivo una relazione per aprire un dialogo. La risposta è stata il mio licenziamento in tronco.
Per cui lei ha anche fatto causa alla Lega. Se il giudice la reintegrasse tornerebbe a lavorare con Macalli?
Io rivoglio il mio posto. Poi sono a pronto a lavorare con chi rispetta le regole.
Cosa comporta la mancata approvazione del bilancio 2014?
Le conseguenze sono due. Con questo voto la maggioranza delle società ha espresso un dissenso profondo nei confronti della dirigenza. Ma poi c’è anche un problema tecnico: finché non verrà approvato il bilancio 2014, non si potrà redigere quello dell’anno in corso. La Lega rischia una paralisi pericolosa per i club.
Tutto ciò è successo dopo il suo allontanamento. Qual è il suo ruolo nella “rivolta”?
Io sono fuori dal palazzo. Non ho alcun potere, né formale né sostanziale.
Però tutti la indicano alla guida del fronte di opposizione…
Diciamo che molte società hanno apprezzato la circostanza che a settembre io abbia sollevato delle questioni delicate di cui nessuno aveva il coraggio di parlare. Per questo motivo ho la loro stima.
Macalli può ancora essere considerato il presidente della Lega Pro?
Dal punto di vista formale lo è, ma non ha più il consenso della maggioranza. Lui dice che nel calcio non esiste la sfiducia, ma dimentica che le società hanno richiesto di convocare una nuova assemblea con all’ordine del giorno la revoca della sua carica. Cosa che lui si rifiuta di fare.
Anche Carlo Tavecchio ha scritto alla Lega. La crisi interna può coinvolgere la Figc?
La Federazione ha il compito di fare rispettare le regole, ci sono tutti gli estremi per il commissariamento. È l’occasione per verificare se Tavecchio è un vero presidente. O se come dicono alcuni è solo un prestanome di Lotito, che sta muovendo mari e monti per salvare Macalli.
Quali sono le prossime tappe di questa storia? Ci sarà una nuova assemblea elettiva?
Difficile dire cosa succederà in questa situazione. Per me è inimmaginabile che di fronte alla richiesta della maggioranza dei club di convocare l’assemblea non succeda nulla. Nel caso dovesse continuare questa violazione delle norme le società sono pronte a percorrere tutte le vie della giustizia, sportiva e ordinaria.
Fra un mese chi sarà il presidente della Lega Pro?
Se le regole verranno rispettate non sarà Macalli, questo è sicuro.