La scelta di questi massacri di civili innocenti non è mai priva di simbologie legate alla presenza ebraica nell’Europa del XXI secolo: un museo (passato, tradizione), un asilo (infanzia, futuro della comunità), un supermercato di cibo kasher (credo religioso, usanze della comunità). Più di una volta questi attacchi alla presenza ebraica in Europa sono accompagnati da una retorica falsa e demagogica, che collega questi assassinii al conflitto israeliano-palestinese. Le comunità ebraiche in Europa sono un fenomeno centenerio, millenario addirittura, come l’antisemitismo che le tormenta da millenni. Israele e la sua politica non sono una licenza per ammazzare ebrei nei diversi luoghi del pianeta.
Come detto all’inizio, la Giornata della Memoria si avvicina ed è ora che gli stati europei capiscano il loro dovere di far sì che nessun cittadino francese o inglese o belga venga assassinato sul loro territorio solo perché ebreo. Concludo con una domanda: si è mai sentito che dopo la Shoah degli ebrei siano entrati in asili tedeschi, supermercati, musei, e abbiano cominciato a sparare per vendicarsi? Io come ebreo e israeliano non ricordo nemmeno una persona che abbia reagito con odio assassino contro una nazione che ne meritava tanto, ma che ha ricevuto il perdono, il riconoscimento diplomatico e un rapporto pacifico fra due stati moderni. La capacità di perdonare il popolo tedesco o italiano (nazismo e fascismo) deve essere una lezione che i musulmani moderati farebbero bene ad abbracciare, anche se si tratta di una lezione ebraica.
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