Vertice al Senato tra Forza Italia e Area Popolare per trovare un nome comune del centrodestra nella corsa per il Colle. Il leader forzista ribadisce ai suoi: "Nostro obiettivo è avere un capo dello Stato non ostile". Ma è scontro nel partito, Capezzone e Fitto: "Sottomessi a Renzi". L'ex premier: "Cambiate linea o andatevene"
“Il Pd al Senato non ha più la maggioranza. Forza Italia è tornata ad essere centrale. Noi puntiamo a un capo dello Stato non ostile“. E’ questo il ragionamento che Silvio Berlusconi – secondo quanto trapela dalla riunione di Palazzo Grazioli – ha fatto ai suoi deputati subito dopo il vertice tra Fi e Area popolare (Ncd e Udc) che si è tenuto al Senato dove, il leader forzista e Angelino Alfano hanno sigillato un “Patto per il Quirinale” per proporre a Matteo Renzi e al Pd un candidato comune del centrodestra per il Colle.
La scelta di Berlusconi – trapela ancora dalla riunione di Forza Italia – è caduta su Antonio Martino, tessera numero 2 di Fi ed ex ministro della Difesa nel secondo governo Berlusconi. Martino – avrebbe spiegato l’ex premier – sarà il candidato di bandiera dei moderati per le prime tre votazioni per poi arrivare alla quarta con un nome condiviso con il Pd. La scelta adesso dovrà essere discussa con i rappresentanti di Area popolare, a partire da Ncd, con cui Forza Italia ha stretto il patto di consultazione permanente per decidere il prossimo presidente della Repubblica.
Ma la linea tracciata da Berlusconi su Quirinale e Italicum è fortemente criticata da Daniele Capezzone, esponente della fronda fittiana. E così, anche in Forza Italia, come nel Pd, si aprono crepe interne. “Da mesi – ha detto Capezzone nella riunione a Palazzo Grazioli – tanti di noi indicano il rischio di un crollo elettorale di Forza Italia, fino a quella che alcuni mesi fa chiamai “quota Martinazzoli'”. “Si tratta purtroppo – ha aggiunto – dell’effetto di una linea politica a mio avviso drammaticamente sbagliata, che, con il cedimento finale a Renzi di queste ore, raggiunge vette da ‘sindrome di Stoccolm’: prigionieri e contenti di esserlo. Alcuni di noi, però, non sono affatto contenti, come non sono contenti i nostri elettori. E’ bene sottolineare che, tra legge elettorale e cambiamento costituzionale, le possibilità di vittoria del centrodestra vengono clamorosamente ridimensionate, come ‘gentile omaggio’ a Renzi. In tanti diciamo e diremo no”.
Una presa di posizione che non è piaciuto all’ex premier che ha tagliato corto: “Non condivido nulla di ciò che hai detto. La posizione tua e di altri ci indebolisce, quindi ti chiedo di cambiare linea o di cercare un’altra strada“. Pronta la replica del presidente della commissione Finanze di Montecitorio: “Ad andarsene sono i nostri elettori, che non ci vogliono sottomessi a Renzi!”. Nello scontro interviene anche l’europarlamentare e leader della minoranza interna Raffaele Fitto: “Con amarezza, constato che la linea scelta da Silvio Berlusconi per Forza Italia consiste nell’esaudire i desideri Renzi e nel soccorrerlo nei giorni difficili per lui. Obbedienza pronta, cieca e assoluta. Io penso che gli elettori ci abbiano chiesto di fare opposizione alla sinistra, non di agire come una stampella del Pd”.
Ma da parte sua Berlusconi non ha intenzione di rivedere la strategia: “Capisco che il Nazareno ci costi molto, ma in questo momento il nostro obiettivo è la partita del Colle”. Lo dice chiaro ai suoi: “L’accordo con Renzi su Italicum e riforme – questo il ragionamento del Cavaliere riportato da fonti presenti – era l’unico modo per tornare centrali e restare interlocutori privilegiati nella battaglia parlamentare per ottenere un candidato al Colle non ostile”.
Per il Cavaliere, dunque, vale la pena “ingoiare il rospo”. In questo modo Forza Italia “tornerà ad essere determinante e questo aiuterà anche ad unire tutte le forze moderate in vista delle prossime scadenze elettorali”. Ma dopo l’elezione del successore di Napolitano, Berlusconi promette che si tornerà a fare opposizione dura e vera, “perché fino adesso il governo Renzi non ha fatto nulla di buono”. L’ex premier, pallottoliere alla mano, lancia i suoi numeri: “Noi insieme ad Area popolare possiamo contare su circa 240 grandi elettori mentre Renzi su 350 perché 120 sarebbero i dissidenti interni. Per questo motivo, avrebbe detto il Cav, “dobbiamo camminare insieme ad Alfano e l’Udc e restare uniti all’interno di Forza Italia”.
Intanto il diretto interessato alla corsa per il Colle scelto dal centrodestra si dice sorpreso. “Ah non lo sapevo, mi sembra uno scherzo da prete” ha dichiarato Martino ai microfoni di La Zanzara su Radio24, poco dopo l’annuncio di Berlusconi di volerlo candidare come presidente della Repubblica.