Tutti i principali quotidiani danno la senatrice Pd in testa ai gradimenti trasversali, da Forza Italia alla Lega. Spunta il nome della vicepresidente della Consulta Cartabia. E si torna a parlare di Padoan
Per un giorno il toto-Quirinale si tinge di rosa. Sui borsini dei principali quotidiani, che fino a ieri spargevano inchiostro su Amato e Mattarella, impazza il nome di Anna Finocchiaro. Unanime il responso dei giornali sulle quotazioni dell’ex presidente dei senatori del Pd. Il Sole24ore (Emilia Patta) scrive che “ieri in Transatlantico salivano le quotazioni della siciliana, nonostante la sua provenienza dalemiana e la bocciatura pubblica di Renzi un anno e mezzo fa”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Corriere della Sera (Maria Teresa Meli): “Ieri in più di uno, nel Transatlantico di Montecitorio, scommetteva su Anna Finocchiaro, non invisa né ai bersanian-dalemiani né a Silvio Berlusconi, conduttrice accorta del match sulle riforme al Senato, nonché donna, il che, come si sa, non guasta”. Secondo La Stampa (Fabio Martini), esiste una “consistente e trasversale «lobby Finocchiaro», che è formata da Luigi Zanda, Paolo Romani, Renato Schifani e Roberto Calderoli. Scrive Fabio Martini: “È una lobby di fatto, che non si muove in gruppo, ma come singoli”. Di più: il profilo della senatrice democratica non sarebbe affatto sgradito al premier Matteo Renzi perché “potrebbe scongelare i voti della minoranza Pd, senza dimenticare – aggiunge Martini – che questa candidatura porterebbe una donna al Quirinale per la prima volta nella storia”.
Ma Finocchiaro non è l’unica quota “rosa” in corsa per la successione di Giorgio Napolitano. Secondo il Giornale (Massimiliano Scafi), la carta “segreta – che il capo dell’esecutivo starebbe cercando di tenere lontano dai radar del toto-Quirinale – è il vice presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Spiega Massimiliano Scafi: “È lei infatti, la giurista lombarda allieva di Valerio Onida, l’ultimo regalo di Napolitano, la carta nascosta da giocare in caso di necessità”. Con l’aggiunta di alcuni dettagli di non poco conto nell’era del renzismo: “È una donna, e già questo per il Quirinale sarebbe una rivoluzione. È giovane, cinquant’anni, l’età minima per diventare presidente. È «nuova», nel senso che non ha in tasca tessere di partito e non viene dalla politica. È cattolica, di sinistra ma non troppo”.
Quotazioni di Repubblica (Claudio Tito). “Di certo – scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro – ai nastri di partenza, anche a Palazzo Chigi, più che Casini e Amato vedono Sergio Mattarella e Anna Finocchiaro”. Claudio Tito, riportando il pensiero di Pier Luigi Bersani, mette in pista il giudice costituzionale Mattarella: “Al Quirinale non deve andarci per forza uno della ditta”. “L’importante – avverte l’ex segretario del Pd – è che ci vada una persona autonoma e autorevole”. Sarebbe comunque in corsa l’ex premier Giuliano Amato, forte dell’appoggio dei “sostenitori del lider maximo (Massimo D’Alema) e degli esponenti della Fondazione ItalianiEuropei”. Nelle ultime ore, però – scrive anche Repubblica – sono tornate a salire le quotazioni di Pier Carlo Padoan.
La carta del ministro dell’Economia, anche secondo il Sole 24 ore, “potrebbe essere rimessa in effetti sul tavolo se dalle elezioni greche dovesse arrivare un risultato che mette a rischio la tenuta dell’euro”. Scompare dai radar “quirinalizi” il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Mentre – rivela Emilia Patta sempre sul Sole24ore – non è ancora da escludere la carta di un outsider come il giurista Sabino Cassese.
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