È diventato un caso la mostra “Shoah di ieri e shoah di oggi” organizzata dall’associazione Il filo della memoria, inizialmente patrocinata dal Comune. Avrebbe dovuto tenersi il 27 gennaio nella storica libreria ‘Il Segnalibro’ di Magenta, popolosa cittadina in provincia di Milano. Ma l’amministrazione comunale di centrosinistra, a seguito di lamentele espresse dalla comunità ebraica di cui si è fatto portavoce l’onorevole Pd Emanuele Fiano, ha deciso di annullare l’evento. Il motivo? L’aver inserito nella stessa esposizione immagini dei campi di concentramento del secolo scorso e i disegni realizzati recentemente dai bambini palestinesi di Gaza. Tolta, eliminata, e con il beneplacito della sezione locale dell’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Intanto a Manuela Morani, libraia del Segnalibro da sempre impegnata nel sociale a favore dei più deboli e ideatrice della mostra, sono arrivate decine di lettere di insulti e accuse di antisemitismo.
“Sottoscrivo parola per parola la lettera dell’onorevole Fiano e ringrazio la sensibilità mostrata da Magenta nell’eliminare quella mostra, uno scivolone frutto di un’iniziativa arrivata dal basso. Avendola esposta si sarebbe corso il rischio di fare mal informazione e confusione su due piani storici e di consistenza differenti”, dichiara Daniele Cohen, Assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano e Vicepresidente Vicario della stessa. La mostra ripercorre la storia europea durante fascismo e nazismo, puntando particolare attenzione sul ruolo attivo dell’Italia nel promuovere l’odio contro gli ebrei e i ‘diversi’, fino ad arrivare alla Costituzione.
“Sono scossa, ho la casella di posta intasata da messaggi di odio nei miei confronti, e i destinatari non sono solo di Magenta. Non pensavamo di offendere mostrando sia i volti dei bambini del campo di concentramento di Terezin che i volti dei bambini del campo profughi Jenin: in entrambe le situazioni i diritti sono negati. Basta guardare i loro disegni per capire come i bambini, ebrei e palestinesi, hanno gli stessi sogni”, spiega Manuela, accusata oggi di antisemitismo ma che nel milanese si è molto impegnata per diffondere la storia della famiglia ebrea Mohlo di Magenta, a lungo sconosciuta. Proprietari di una fabbrica della cittadina, scamparono alla deportazione grazie a un nascondiglio costruito da alcuni operai all’interno del magazzino dell’azienda.
La Giornata della Memoria è stata istituita con la Legge 20 luglio 2000 n.211 in ricordo dello sterminio del popolo ebraico e degli italiani che hanno subito deportazione, prigionia e morte. “Dobbiamo mettere bene in mente le immagini terribili della Shoah per evitare che accada ancora una simile disgrazia. Ma non possiamo chiudere gli occhi sulle barbarie che ancora si compiono. Inutile parlare di diritti dell’uomo se poi per paura di essere etichettati come antisemiti non si ha il coraggio di ammettere che oggi sono in atto massacri contro interi popoli”, afferma Khader Tamimi, pediatra e presidente della Comunità Palestinese della Lombardia, in Italia dal 1970, rammaricato dell’annullamento della mostra. Ricordare, dal latino re-cordis, ripassare dalle parti del cuore. Riportare a sé, in questo caso, il dolore per l’uccisione sistematica dei propri cari su base razziale, religiosa, politica. A rigor di logica l’aver vissuto un simile dramma dovrebbe portare alla denuncia dei crimini ancora in corso senza essere influenzati dall’etnia di provenienza. Ma non per tutti è così. “La Shoah è qualcosa di definito: l’eliminazione scientifica e progettata di quel popolo in quel momento storico e la comunità ebraica si è rattristata del parallelismo nel giorno dedicato proprio agli ebrei. Promuovere quella mostra è stato un grave errore, ci scusiamo eliminandola dal programma. Parlare dei bambini palestinesi il 27 gennaio non è opportuno in quanto è un dramma diverso dal punto di vista storico e di dimensione”, dichiara il vicesindaco di Magenta Razzano. Molto probabilmente la mostra verrà riproposta più avanti, assicura il vicesindaco, ma non nei giorni di gennaio in cui è istituzionalmente riconosciuta la celebrazione in memoria dell’Olocausto. Nel frattempo è forse per tutti il momento di rileggere ‘Storia del Terzo Reich’ di William L. Shirer.