Serve più flessibilità per permettere a chi è vicino alla pensione e ha perso o rischia di perdere il lavoro di ritirarsi in anticipo. Altrimenti, “rischiamo di avere un problema sociale“. Parola del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che, il giorno dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum proposto dalla Lega per l’abolizione della legge Fornero, è tornato sul tema paventando tensioni se non ci saranno nuovi interventi nell’infinito cantiere del sistema pensionistico.

“Il tema è posto”, ha detto Poletti a margine di un convegno alla Luiss. “Noi sappiamo che esiste un problema che riguarda in particolare quelle persone che sono vicine alla pensione e che nella situazione attuale di difficoltà hanno perso o possono perdere il posto e non hanno la copertura di ammortizzatori sociali sufficiente fino a maturare la pensione. Credo che qui uno strumento flessibile che aiuti queste persone a raggiungere i requisiti bisognerà sicuramente produrlo perché diversamente avremo un problema sociale”.

L’apertura del ministro a forme di flessibilità di questo tipo non è una novità. Ed è anche noto quale sia la possibile via d’uscita: il prestito previdenziale, ovvero la possibilità di andare in pensione in anticipo con un piccolo taglio sull’assegno. Ma il fatto che l’uscita sia arrivata a poche ore dal no alla consultazione popolare sulla discussa riforma Fornero, e con parole così secche sul potenziale “problema sociale” in assenza di interventi ha scatenato più reazioni del solito. “Basta proclami sulle pensioni”, ha commentato il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone. “Che bisogna intervenire lo sanno anche i muri. Il problema è come si intende farlo perché non vorrei che a qualcuno venisse in mente di peggiorare la situazione”. E ancora: “Non rischiamo di avere un problema sociale, come dice Poletti. Il problema sociale c’è già da tre anni e la politica si gioca la faccia se non è in grado di risolverlo una volta per tutte”. 

Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, e Annamaria Furlan della Cisl hanno invece dato ragione a Poletti: “Occorre modificare la legge Fornero. Finalmente anche il governo ha preso coscienza di questo problema”, ha detto Barbagallo.“Per noi la strada maestra resta quella della flessibilità in uscita per l’accesso alla pensione Bisogna però sbrigarsi. Invitiamo, dunque, il ministro a convocare subito un tavolo per discutere sui cambiamenti necessari a evitare che quel provvedimento produca i danni sociali paventati”. Per Furlan “è un bene, ed è un fatto positivo, che il ministro riconosca l’urgenza di rivedere la legge Fornero, ma il governo non deve ripetere l’errore di fare da solo” bensì “convocare subito le parti sociali in modo da cambiare presto una legge che tanto danno ha fatto ai lavoratori e ai pensionati italiani”.

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