Ambiente & Veleni

Centrale nucleare di Sessa Aurunca, “rischio per i rifiuti vicino alla falda”

Audizione dei magistrati in commissione ecomafie. Prime analisi: esclusi rischi per la popolazione, ma a preoccupare, in una trincea, la vicinanza tra falda e rifiuti radioattivi

Nella commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti (Pd), approda il caso della centrale nucleare di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ai confini con il Lazio. Nel corso dell’audizione, il procuratore aggiunto Raffaella Capasso, i pubblici ministeri Giuliana Giuliano e Silvio Marco Guarriello della Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno raccontato le attività in corso e anche chiarito lo stato dell’indagine sulla centrale.

L’audizione del magistrato Giuliana Giuliano, che conduce l’inchiesta sulla centrale nucleare, è stata in parte secretata. In particolare l’esito delle consulenze agli atti dell’indagine. A quanto risulta al fattoquotidiano.it c’è un dato preoccupante emerso dai rilievi effettuati dagli esperti, nominati dalla Procura. In particolare quello relativo ad una trincea, posta sotto sequestro. Negli anni scorsi, infatti, alcuni rifiuti radioattivi, quelli a bassa radioattività, sono stati seppelliti nel terreno senza alcuna protezione. Insomma nessuna barriera è stata posta tra la base della trincea, dove sono stati depositati i rifiuti, e la falda.

La preoccupazione è dovuta a possibili oscillazioni della falda stessa che potrebbero metterla a contatto con i rifiuti radioattivi sepolti. Per tenere sotto controllo questo rischio bisogna costruire pozzi di monitoraggio. Riguardo alle analisi delle matrici ambientali nel sito, invece, non sono emersi valori allarmanti. Valori che escludono pericoli per l’ambiente e la popolazione, ma permane la necessità comunque di continuare il monitoraggio. Analisi sulle matrici ambientali all’esterno del sito sono state effettuate dall’Arpac. Nel report dell’agenzia regionale non emergono rischi, anche se i consulenti della Procura hanno evidenziato una lacunosità dei dati forniti. Rispondendo ad una domanda della senatrice Laura Cappato (Pd), il magistrato Giuliano ha chiarito che interrare, in una trincea, rifiuti a bassa radioattività, negli anni scorsi, era possibile: “Prevalentemente – ha riferito – sono abiti, tute di lavoro degli operai che lavoravano nella centrale. All’epoca dei fatti era consentito questo interramento senza barriera. Eredità che la Sogin ha trovato”.

La centrale nucleare di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, è stata aperta nel 1959. Nel 1978, a seguito di un guasto, viene disattivata. Chiusa definitivamente nel 1982. Nel 1999 la Sogin, società di stato responsabile dell’attività di smantellamento e messa in sicurezza degli impianti nucleari, diviene proprietaria dell’impianto. L’inchiesta, come il pm Giuliano ha spiegato, è partita dalla lettura di alcuni articoli di stampa dove si evidenziava un presunto tasso di mortalità nella zona superiore alla media regionale e nazionale. Durante l’accesso alla centrale, disposto dalla Procura, sono state trovate irregolarità, in violazione del decreto 230 del 1995. Irregolarità che vanno dai registri di carico e scarico annotati a matita fino al rilevamento di livelli di radioattività, in una trincea, superiori a quelli del fondo naturale.

Dopo la nomina dei consulenti sono stati effettuati i rilievi che hanno portato a questi primi risultati, riferiti alla commissione. Il fattoquotidiano.it entrò nella centrale nel 2011 e documentò i ritardi nell’attività di bonifica, il cui completamento era previsto nel 2016, data slittata a seguito della mancanza di un sito di stoccaggio nazionale per le scorie. Il costo per la completa dismissione si aggira intorno al mezzo miliardo di euro e dovrebbe completarsi nel 2022. Ora l’inchiesta della magistratura vuole fare luce su eventuali omissioni degli enti di controllo e responsabilità di chi gestisce l’ultima fase di vita dell’impianto.

di Nello Trocchia e Mauro Episcopo

Twitter: @nellotro