Rissa aggravata e lesioni gravissime: questi i capi d’accusa contestati a vario titolo a quattro militanti del centro sociale Dordoni e quattro neofascisti. Ancora in coma Emilio Visigalli rimasto ferito durante gli incidenti, ma i medici fanno sapere che "risponde bene alle cura, anche se la prognosi rimane riservata"
Otto indagati: quattro militanti del centro sociale Dordoni e quattro esponenti di CasaPound. Rissa aggravata e lesioni gravissime: questi i capi d’accusa contestati a vario titolo. E’ arrivata oggi, alla vigilia della manifestazione nazionale antagonista, la svolta nelle indagini della procura di Cremona sugli scontri tra autonomi e neofascisti scoppiati domenica scorsa nel capoluogo lombardo, durante i quali è rimasto gravemente ferito Emilio Visigalli, un uomo di 50 anni di Maleo (Lodi), militante del centro sociale Dordoni, che si trova ancora in coma. “L’insieme dei dati clinici – si legge nel bollettino medico diffuso oggi – evidenzia una condizione di permanente stabilità del paziente con una progressiva risposta alle cure. Stato di coma persistente. Prognosi riservata”.
Gli incidenti, sono scoppiati intorno alle 18 e 30 al termine della partita Cremonese-Mantova, in via Mantova al centro sociale Dordoni. Ma, come confermato dai testimoni e dalla Questura, il match calcistico non ha nulla a che vedere con quello che gli antagonisti hanno bollato come un “agguato”. Dalle prime informazioni ufficiali che sono state diramate nella tarda serata di domenica è emerso che Visigalli è stato colpito “ripetutamente con spranghe e calci, prevalentemente al volto e al capo. All’arrivo dell’automedica il paziente era incosciente e il medico ha proceduto all’intubazione”.
La tensione in città intanto rimane alta. Domani, 24 gennaio, si terrà la manifestazione nazionale degli antagonisti che percorrerà il centro cittadino e che porterà a Cremona circa mille persone dell’area antagonista e dei centri sociali di tutta Italia.