I numeri registrano, fotografano e rappresentano una tendenza: se si andasse oggi al voto per eleggere il presidente della Regione Campania vincerebbe – al di là di autolesionismi e karakiri – il centrosinistra. L’attuale governatore Stefano Caldoro – a urne chiuse – incasserebbe una sonora sconfitta. E’ quanto emerge da un sondaggio somministrato dalla Ipr Marketing ad un campione di mille campani.
Ce
Il Consiglio Regionale è pieno di inquisiti, qualche consigliere è stato arrestato per camorra, lo stesso ex presidente è finito nei guai come alcuni collaboratori del governatore. Molti finanziamenti sono indirizzati a pioggia giusto per qualche amico: il caso della Fondazione Ravello è abbastanza emblematica come anche le elargizioni alla Curia di Napoli. Tornando al sondaggio sembra che al netto dei complicati puzzle che andranno a costituire le coalizioni e dei candidati aspiranti governatori (sono tre i nomi del Pd – non proprio nuovissimi – in lizza per le primarie, se si faranno) pare che a spostare l’ago della bilancia siano come sempre le piccole formazioni di centro.
Ragionamenti e riflessione affidate ai notisti della politica. Scendendo – invece – nel fango elettorale: in concreto in Campania vincerà anche chi si accaparra (tentazione trasversale) la rendita o meglio la dote clientelare e di pacchetti di voti in uscita dell’ex potente sottosegretario all’Economia e coordinatore di Forza Italia Nicola Cosentino. Un sistema di potere che viaggia ancora su numeri sorprendenti. L’ex deputato azzurro da molti mesi recluso nel penitenziario di Secondigliano continua ad avere un seguito. Insomma – nonostante le gravi disavventure giudiziarie – il nome di Cosentino e compari continua ad avere un peso predominante nelle liturgie di questa specie di politica. Ne è prova – ad esempio – il potere contrattuale che detiene Forza Campania e il suo diretto collegamento nazionale: “Grandi autonomie e Libertà”.
Proprio in queste ore tra le fibrillazioni dell’Italicum e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi e non solo lui, consultano con grande attenzione gli esponenti della formazione politica.
Legge impugnata poi dal governo Renzi perché sotto le mentite spoglie di una proroga del termine per la definizione delle domande di condono potrebbe di fatto tradursi in una ammissione di ulteriori abusi compiuti negli ultimi anni. Inutile dirlo che Caldoro non ci sta. C’è un popolo (di elettori) che trepidante è in attesa. Poi c’è il marketing istituzionale che conta molto. Caldoro ha lanciato l’idea delle macro-regioni ed il numero due della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Profilo altamente istituzionale. Inutile che Caldoro lo nasconda: aspira a scalare posti importanti nelle istituzioni nazionali.
Twitter: @arnaldcapezzuto