“L’acquisto di titoli di Stato nella zona euro non è uno strumento come gli altri. Comporta dei rischi“. Il giorno dopo il varo del quantitative easing il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che già si era più volte espresso contro gli “strumenti non convenzionali” messi in campo dalla Bce lo scorso anno, non smentisce la propria fama di “falco” del rigore. E attacca senza riserve il piano annunciato da Mario Draghi, che pure, proprio per andare incontro alle preoccupazioni di Berlino, ha accettato un compromesso non da poco: lasciare l’80% del peso delle potenziali perdite in capo alle banche centrali nazionali invece che sulle spalle dell’Eurotower. Ma subito arriva la replica del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Che, pur avendo auspicato che invece i rischi fossero centralizzati e condivisi, difende le scelte di Draghi e smentisce il pericolo di un ammorbidimento del ritmo di riduzione dei debiti pubblici da parte dei Paesi che ne sono più oberati, come l’Italia.
“Il fatto – ha detto Weidmann in un’intervista alla Bild – è che con il nuovo programma le banche centrali del sistema Bce diventeranno tra i principali creditori della zona euro. Questo comporta il rischio che le politiche di consolidamento fiscale vengano messe da parte e potrebbe aumentare il pressing su di noi per mantenere i costi di finanziamento bassi per un lungo periodo di tempo”. “È chiaro: gli acquisti riducono la pressione” sulla necessità di proseguire nelle riforme, “anche su paesi come Italia e Francia”, ha sostenuto il giovane banchiere centrale considerato molto vicino ad Angela Merkel, la quale nel frattempo ripeteva gli stessi concetti in conferenza stampa con Matteo Renzi a Firenze ma dicendosi positivamente colpita dal ritmo degli interventi portati avanti da Roma. “Il patto di Stabilità non deve essere ulteriormente ammorbidito”, ha poi ribadito ancora Weidmann, e sono necessarie “altre riforme nel mercato del lavoro e una politica di bilancio credibile”.
Del tutto diversa la posizione di Visco: ”No, non è così”, ha detto il governatore rispondendo a margine del World economic forum a una domanda dei giornalisti italiani.