Nonostante il vantaggio dei rossoneri che, al '4 minuto, passano con una rete di Menez, la squadra di Pioli reagisce nel secondo tempo e guadagna i tre punti con una doppietta di Parolo e un gol di Klose. Per i ragazzi di Inzaghi è sempre più crisi
Il Milan doveva vincere o comunque giocare per uscire dalla crisi. Non ha fatto né una cosa, né l’altra: all’Olimpico la Lazio ribalta i rossoneri, vince 3-1 in rimonta grazie alla doppietta di Parolo e alla rete di Klose. Già contro Roma e Napoli i biancocelesti avevano dimostrato un ottimo stato di forma, portando a casa però solo un punto in due partite. Stavolta fanno bottino pieno e tornano al terzo posto in solitaria, per merito proprio ma anche demerito degli avversari. Il Milan è la stessa squadra desolante vista contro Sassuolo, Torino e Atalanta: il 2015 è ancora a secco di vittorie, la Champions League lontanissima, la panchina di Inzaghi sempre più traballante.
Eppure il match era cominciato nel migliore dei modi per i rossoneri. Pronti, via e sono fuochi d’artificio. La partita inizia fra le polemiche, per un (presunto) contatto in area rossonera, con Bonaventura che si lascia anticipare da Radu e lo sfiora in corsa. L’arbitro Mazzoleni proprio non se la sente di assegnare un rigore al primo minuto. Ma al secondo segna il Milan, con Menez che sfrutta un errore in disimpegno di Basta e lanciato a rete è letale a tu per tu con Marchetti. È successo subito tutto e forse anche per questo c’è tanta elettricità in campo: nessuno tira indietro la gamba e il risultato sono tre ammoniti in meno di dieci minuti. Radu rischia anche il secondo giallo e l’espulsione, pure qui Mazzoleni sceglie la prudenza.
La partita si è messa come piace a Inzaghi: in vantaggio i rossoneri possono fare la cosa che sanno far meglio. Difesa e contropiede, con la rapidità del francese e di El Shaarawi. Ma nonostante l’avvio shock, i padroni di casa sono vivi. Reagiscono, sfiorano due volte il raddoppio con Klose, prima fermato da Diego Lopez in uscita, poi fuori di poco di testa su cross di Candreva. Manca Felipe Anderson nella Lazio, ma il ritorno di un super Candreva, vera spina nel fianco di Armero, non farà rimpiangere l’assenza del talento brasiliano. Come già nelle ultime uscite basta un quarto d’ora per vedere il Milan rintanato in undici nella propria metà campo ed in balia delle sfuriate avversarie: l’occasione più clamorosa capita proprio sui piedi dell’esterno azzurro ed esalta ancora i riflessi dell’estremo difensore spagnolo.
Con le parate del suo portiere il Milan si illude di aver superato la burrasca chiudendo avanti il primo tempo, ma naufraga nella ripresa: prima Parolo sull’ennesimo cross dalla destra, poi Klose su un retropassaggio sbagliato di Montolivo, ribaltano il risultato in una manciata di minuti. Adesso anche il punteggio rispecchia quanto si vede in campo: una squadra aggressiva, compatta dietro e con tante idee in attacco. E l’altra inferiore praticamente in tutto. Un copione visto troppe volte di recente in casa rossonera. Inzaghi si gioca le carte Cerci e Pazzini, ma senza risultati. Come non ha avuto effetti, se non controproducenti, la “rivoluzione” di qualità a centrocampo, con il rilancio dell’oggetto misterioso Van Ginkel (impalpabile) e lo spostamento a regista di Montolivo, protagonista dell’errore decisivo. Non è solo questione di uomini.
Dopo l’uno-due micidiale dei padroni di casa, i rossoneri praticamente spariscono. Anche in svantaggio la manovra non va oltre un giropalla lento e monotono, che non produce nulla. E basta un contropiede ben orchestrato dal solito Candreva per chiudere i giochi, con la doppietta di Parolo. Sul 3-1, oltre alla partita il Milan perde anche la testa, con l’espulsione di Mexes che aggredisce Mauri dopo un battibecco. Ma quella di nervi è l’unica reazione della serata rossonera. La Lazio torna alla vittoria e a correre verso la Champions League. Per il Milan di Inzaghi è notte fonda.