Il padre del discusso metodo otterrà la riduzione della pena a un anno e dieci mesi solo se rinuncerà, secondo le informazioni che trapelano dalla procura, al ricorso al tribunale amministrativo
Sì al patteggiamento richiesto da Davide Vannoni, “padre” del discusso metodo, solo se le attività di Stamina verranno interrotte anche all’estero. Questo è quanto si apprende da fonti vicine alla procura di Torino. Liborio Cataliotti e Pasquale Scrivo, gli avvocati di Vannoni, avrebbero quindi raggiunto un accordo con il procuratore Raffaele Guariniello, titolare dell’indagine, ma solo a patto che il divieto d’utilizzo del metodo si applichi anche fuori dall’Italia.
Nel fare questa richiesta la Procura di Torino si richiama all’articolo 9, comma 1, del codice penale. La norma prevede, in caso di reiterazione del reato all’estero, il blocco della sospensione condizionale della pena patteggiata e, quindi, l’arresto. E’ possibile, sempre secondo quando appreso da fonti vicine alla stessa Procura, che il gup Giorgio Potito non si esprima martedì sul patteggiamento, ma in un’udienza successiva. Dovrà invece riprendere al tribunale di Trieste uno stralcio del processo torinese, quello contro il medico Marino Andolina, accusato anche di peculato per aver utilizzato spazi dell’ospedale Burlo Garofalo per somministrare la “cura” Stamina. Nessun tipo di risarcimento è previsto invece per gli undici pazienti danneggiati e i loro familiari, che dovranno rivolgersi al tribunale civile.
La notizia di un accordo tra le parti era circolata venerdì, al termine degli incontri tra accusa e difesa durati settimane. Un anno e dieci mesi sarebbe la pena accordata, con l’obbligo per Vannoni di rinunciare al ricorso al tribunale amministrativo, ma l’ultima parola spetta comunque ai giudici torinesi che devono valutare se la pena è congrua con il reato contestato al fondatore della Stamina Foundation. Massimo riserbo da parte degli avvocati del professore che ha portato il contestato metodo in Italia: “Preferisco parlare con gli atti processuali – ha dichiarato Cataliotti – ci siamo riservati di parlare per ultimi il 3 febbraio”.
La strada del patteggiamento è stata intrapresa anche dalla maggior parte dei restanti 13 imputati al processo torinese, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla somministrazione di farmaci pericolosi. Le pene patteggiate con la procura di Torino sarebbero tutte intorno all’anno e mezzo, mentre non si ha ancora notizia dell’esito degli incontri riguardanti la situazione di alcuni medici degli Spedali Civili di Brescia, dove la Stamina Foundation ha somministrato le cellule trattate col metodo Vannoni negli ultimi anni.