Il premier risponde agli attacchi arrivati nell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel mirino, in particolare, il pg di Torino Maddalena, che lo ha accusato di volere "far crepare di lavoro" giudici e pm. "Sfruttata iniziativa istituzionale per criticare il governo". L'Anm: "Il problema non siamo noi, ma prescrizione e sconti ai corrotti". Costa: "Abolire queste cerimonie"
Il giorno dopo le critiche al governo sollevate da diversi magistrati nelle cerimonie d’inaugurazione dell’anno giudiziario, è ancora scontro fra Matteo Renzi e le toghe. Il primo attacca sul fronte delle ferie, l’Anm replica sul fronte delle riforme, promesse e mancate. E il viceministro della Giustizia Enrico Costa chiede di abolire o comunque di rivedere completamente quelle cerimonie: “Non sarebbe ora d’interrogarsi sulla vetusta ritualità delle inaugurazioni dell’anno giudiziario? Non si tratta forse di momenti che andrebbero superati o, almeno, profondamente aggiornati?”.
“Oggi – afferma il premier su Facebook – di nuovo le contestazioni di alcuni magistrati che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il Governo. E mi dispiace molto perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione”. Nel mirino, in particolare, lo sfogo sul taglio delle ferie del procuratore generale di Torino Marcello Maddalena, che ha paragonato Renzi al Napoleone della Fattoria degli animali di Orwell. Che aveva trovato “il rimedio: lavorare, anzi far lavorare gli altri, di più. Fino a farli crepare dalla fatica, come il cavallo Gondrano”. “Ma trovo ridicolo”, continua Renzi, “e lo dico, senza giri di parole, che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: ‘Il premier ci vuol far crepare di lavoro’. Noi vogliamo solo sentenze rapide, giuste. Vogliamo che i colpevoli di tangenti paghino davvero e finalmente con il carcere ma servono le sentenze, non le indiscrezioni sui giornali”.
“Un Paese civile – conclude Renzi – deve avere una sistema veloce, giusto, imparziale. Per arrivare rapidamente a sentenza, bisogna semplificare, accelerare, eliminare inutili passaggi burocratici, andare come stiamo facendo noi sul processo telematico (così nessuno perde più i faldoni del procedimento come accaduto anche la settimana scorsa)”. E ancora: “Bisogna anche valorizzare i giudici bravi, dicendo basta allo strapotere delle correnti che oggi sono più forti in magistratura che non nei partiti. A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati. E i nostri giudici devono sapere che il Governo (nel rispetto dell’indipendenza della magistratura) è pronto a dare una mano. Noi ci siamo”.
Nel pomeriggio è arrivata la replica ufficiale dell’Associazione nazionale magistrati – anch’essa su Facebook – che in realtà riprende il cuore delle crtitiche arrivate ieri da molte sedi giudiziarie, non tanto sulle ferie, ma sulle riforme mancate in tema di giustizia: “Il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate, la timidezza in materia di prescrizione e corruzione, la proposta, alla vigilia di Natale, di depenalizzare l’evasione fiscale fino al 3%”. Secondo il “sindacato delle toghe presidutoda Rodolfo Sabelli, “le critiche che vengono dai magistrati sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti”. Il modo per fare i processi in modo “più veloce e più semplice”, come chiede il premier, c’è: “Blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia: i casi di corruzione clamorosi più recenti e più noti non sono indiscrezioni”. In sintesi: “Accanto alla messa alla prova, alla non punibilità per tenuità del fatto, al processo civile telematico, sono troppe le riforme timide o assenti”, lamenta l’Anm. Che, inoltre, esorta il governo a trovare “le risorse per coprire le oltre 8.000 scoperture nell’organico del personale amministrativo”.
Ma la polemica non si ferma qui. All’associazione magistrati non va giù neppure l’accenno di Renzi ai “magistrati morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia”, la cui memoria “ci impone di essre seri e rigorosi”. “Non si può non trovare di cattivo gusto il richiamo ai magistrati uccisi”, puntualizza l’Anm. “Noi stessi siamo molto cauti nel richiamarci al ricordo dei colleghi caduti per il loro servizio: lo facciamo solo per onorare la loro memoria e il loro sacrificio, non per accreditare la nostra serietà”. Quanto alle correnti, continua l’Anm, “riaffermiamo il valore delle diverse sensibilità che costituiscono una risorsa dell’associazionismo, da sempre respingiamo ogni degenerazione ispirata a logiche di potere”.
Non mancano però le polemiche interne. Il segretario generale di Magistratura Democratica Anna Canepa replica su twitter a Renzi, ma se la prende anche con il collega Maddalena a proposito della polemica sulle ferie. “@Matteorenzi ha ragione, anche noi vogliamo sentenze rapide. A che punto siamo con riforma della prescrizione?”, chiede Canepa, allegando la foto del tweet con cui, lo scorso 20 novembre, il presidente del Consiglio annunciava misure imminenti in materia. Poi però aggiunge: “Pg Maddalena su ferie: assist facile e goal!”.
Un nuovo, ennesimo capitolo dello scontro tra politica e giustizia, che si arricchisce della soluzione drastica proposta dal viceministro della Giustizia Enrico Costa, dell’Ncd: l’abolizione delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario: “Dalla Cassazione alle corti d’Appello sono numerosi questi annuali incontri nel corso dei quali si ripetono, stucchevolmente, cifre e commenti, non di rado (come quest’anno) con richiami più confacenti a sindacalisti che non a vertici di uffici giudiziari”. Numeri e riflessioni, in queste occasioni, che “si ripetono uguali, verrebbe voglia di dire tediosamente uguali”. Così come sono diventate “ripetitive” anche “talune contrapposizioni al potere legislativo ed esecutivo”. Dunque, conclude il viceministro Costa, “come nel mondo universitario sono diventate prive di seguito le inaugurazioni degli anni accademici, così nel mondo giudiziario potremmo interrogarci sulla valida permanenza o meno di simili sfilate, specie di quelle periferiche”.