Conflitto di interesse non solo per il ruolo del padre Pier Luigi. Dalla documentazione patrimoniale del ministro delle Riforme depositata negli uffici della Camera dei deputati emerge pure un suo piccolo pacchetto di 1.557 azioni dell'istituto bancario toscano
C’è una piccola curiosità che spunta nella brutta storia delle speculazioni che potrebbero avere accompagnato il varo del decreto governativo sulla riforma delle banche popolari, il brutto affaire sul quale ora ha aperto gli occhi anche la Consob. Una piccola, significativa e non secondaria curiosità che va a braccetto con le polemiche che hanno visto beneficiare di rialzi eccezionali anche la Popolare dell’Etruria e del Lazio, amministrata in qualità di vicepresidente da Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, ministro per le Riforme in carica. Riguarda non il conflitto di interesse che vede coinvolta la Boschi per via dei suoi rapporti di parentela, ma quello che la chiama in causa direttamente come socio della banca e che, in quanto tale, avrebbe dovuto consigliarle di non partecipare alla riunione del Consiglio dei ministri che ha varato la riforma (la Boschi smentisce la sua partecipazione) .
BUONE AZIONI Il conflitto diretto della Boschi è contenuto nelle sue dichiarazioni dei redditi che ilfattoquotidiano.it è andato a spulciare. Nella documentazione patrimoniale che il ministro ha depositato in Parlamento risulta infatti che è proprietaria di un pacchetto di azioni della stessa banca amministrata dal padre. Si tratta di una piccola quota, per carità, ma che almeno sotto il piano dello stile (chi non ricorda le polemiche che accompagnarono i conflitti di interesse di Silvio Berlusconi?) avrebbe dovuto indurla ad astenersi dalla partecipazione alla riunione del governo del 20 gennaio scorso. Vediamo cosa dicono le carte della Boschi.
L’ONORE DEL MINISTRO Nella documentazione patrimoniale depositata il 4 giugno 2013 presso la Camera dei deputati e relativa agli introiti del 2012, «sul mio onore», insieme a un reddito complessivo lordo di 90 mila 031 euro e una «Mercedes classe B di 180 cv» immatricolata nel 2011, la Boschi dichiara di avere 10 azioni «Bcc Valdarn» e 10 azioni «Banca Etruria», la banca del padre. Questo per il 2012. Nella denuncia di variazione datata 13 luglio 2014, quando per il 2013 dichiara 107 mila 734 euro lordi, si scopre che il numero delle azioni detenute dal ministro hanno fatto un balzo notevole: la Boschi, sempre sul suo onore, dichiara che «alla data odierna sono titolare di numero 1.557 azioni di Banca Etruria soc coop, per un valore complessivo pari a circa 1.100 euro».
Ilfattoquotidiano.it ha provato a raggiungere telefonicamente il ministro per chiederle un commento e per sapere se nel frattempo, dalla dichiarazione depositata alla Camera nel luglio 2014 e il famoso Consiglio dei ministri del 20 gennaio scorso, il suo pacchetto di azioni della “Banca Etruria” ha subito variazioni. Non è stato possibile. Ha risposto invece il suo staff: «Le azioni quelle erano e quelle sono rimaste. Come si può appunto vedere online ,si tratta di 1.500 azioni da 0,74 per azione».