Politica

Calabria: la polizia voleva arrestarlo, Oliverio lo nomina assessore ai Trasporti

Bocciata la sua candidatura in consiglio perché sarebbe stata la terza, Nino De Gaetano diventa responsabile di Trasporti e Infrastrutture. Nel 2010 le forze dell'ordine trovarono i suoi "santini" a casa del latitante Tegano. E una informativa della mobile ne chiedeva la custodia cautelare

Un ministro antimafia e un ex consigliere regionale che la Mobile di Reggio Calabria voleva arrestare per scambio di voti con la ‘ndrangheta. Dopo oltre due mesi dalle elezioni regionali, il governatore della Calabria Mario Oliverio ha composto la nuova giunta in cui trovano spazio l’ormai ex ministro Maria Carmela Lanzetta e l’ex consigliere regionale del Pd Nino De Gaetano. Alla prima, che lascia Palazzo Chigi per Palazzo Alemanni a Catanzaro (sede della giunta regionale), Oliverio ha dato la delega alle Riforme istituzionali e Semplificazione amministrativa, mentre Nino De Gaetano si occuperà delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli altri due assessori sono Enzo Ciconte (vicepresidente con delega al Bilancio, Personale e Patrimonio) e Carlo Guccione, il consigliere regionale di Cosenza più votato al quale Oliverio ha affidato l’assessorato al Lavoro.

Il primo elemento importante di questa giunta, però, resta la nomina della Lanzetta. Renzi fa fuori così un suo ministro e chiede al governatore della Calabria Mario Oliverio di poterla parcheggiare a Catanzaro. Una trattativa che dura da giorni e che ha trovato le maggiori resistenze proprio nell’ormai ex ministro Lanzetta, prima civatiana e poi fulminata sulla via di Renzi. Il premier, infatti, aveva chiesto al governatore calabrese di darle la vicepresidenza e su questo c’erano state le rassicurazioni anche del suo fedelissimo segretario regionale e renziano doc Ernesto Magorno. Uomo di D’Alema e Cuperlo, Mario Oliverio però ha risposto picche a Renzi e ha assegnato all’ex ministro Lanzetta un assessorato minore che non gestisce né soldi né potere in Calabria.

A destare più clamore, però, è la nomina di De Gaetano, il cui nome compare nell’inchiesta “Il Padrino” contro la cosca Tegano di Archi, una delle principali famiglie mafiose di Reggio Calabria. Nel rifugio del latitante Giovanni Tegano, boss di Archi e protagonista della seconda guerra di mafia, la squadra Mobile ha ritrovato parecchia documentazione elettorale relativa alle regionali del 2010 quando De Gaetano si presentò con Rifondazione comunista. Secondo la polizia, in quel covo c’erano “troppi santini” per pensare che si trattasse di un caso. Piuttosto erano così tanti da pensare che “potessero essere utili anche ad una campagna promozionale in favore del politico”. “Si registra – scrivono i magistrati – l’avvio della campagna elettorale di Pellicano Giovanni (arrestato a dicembre nell’operazione “Il Padrino”) in favore dell’on. Nino De Gaetano, con la raccolte delle promesse elettorali da parte dei ‘compari’ di San Luca”.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta nel dicembre 2014 il procuratore Federico Cafiero De Raho aveva ribadito come sul punto fossero ancora in corso accertamenti. Intanto, sempre nel provvedimento di fermo, riferendosi all’appoggio elettorale della cosca Tegano ricevuto dall’ex consigliere regionale Nino De Gaetano, i magistrati la definiscono “una incresciosa vicenda, che squarcia in modo violento alcuni retroscena legati alle discutibili metodologie di appoggio e promozione politico-elettorale adottate in questo capoluogo da esponenti delle cosche mafiose in favore di alcuni candidati in occasione delle amministrative tenutesi nell’anno 2010”. Genero di Giuseppe Suraci (medico dei Tegano), il politico “è stato, tra l’altro, presidente della Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria”.

Qualche anno fa, il neo assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture della Calabria ha rischiato anche di essere arrestato. In un’informativa della squadra Mobile, firmata dal dirigente Gennaro Semeraro e dal suo ex vice Francesco Rattà, gli investigatori della polizia di Stato avevano sottolineato a carico di Nino De Gaetano “i gravi indizi di colpevolezza” che “consentono per la loro genuinità, di prevedere l’idoneità a dimostrare la responsabilità dei medesimi e come tali, attesa la natura dei delitti ipotizzati, che sussistano senz’altro a loro carico, le esigenze cautelari”.

“Vorrei ringraziare di cuore il presidente Mario Oliverio per avermi nominato assessore – è stato il commento su facebook di Nino De Gaetano – darò il massimo per cambiare la nostra amata Calabria. Infine vorrei ringraziare i tantissimi compagni e amici che mi hanno sostenuto con forza in questi mesi”. Oltre all’aspetto giudiziario, c’è da capire quello politico. Prima di comporre le liste per le regionali, il governatore Mario Oliverio si era opposto alla ricandidatura di Nino De Gaetano e di altri consiglieri regionali uscenti poiché aveva alle spalle “addirittura” due legislature. Troppe per il “rinnovamento” diversamente renziano del presidente della Regione disponibile, però, a nominarlo assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture.